do pioue,il villano nel campo,c i miei fteflì Concittadini quando palleggiano sù la ripa del torbido fiume. Perciò il pefee del fecondo vafo viiTe meno degli altri, perche beuendo que’ denfi, e fofchi vapori, non iolofi pofelre-noalla libertà del refpiro , ma al neceffario regolato agitamento del fangue, mentre colle loro particelle irregolari , grolToUnee fcabbrechiufero, e impiaftricciorono i fiori de' polmoni, pe‘ quali fi cribra quel non sò che di volatile, che incetta ntementc mantiene l’interno moto de liquidi. S'imputridì il fudderto anche prima, perche rotando, ed agitando con modo rapido, e turbato i raggi folari, ò la materia fottile quel bulicame di Sozzi tritoli vnitamentc cogli vmidi, iciolfero in poco tempo quella flofeia, e delicata orditura. Ma le Rane, che fo-uentc Soggiornano, ed altamente gracidano nell'acqua marcie, ò torbide, e paion nate per impantanati! nel fango, nulla temerono quella razza impura 9 ed oftichiifima di vapori. Ne eda marauigliarfi,che viuette egualmente a quello dell’acqua falfa il Pcfcc, della palude, perche beuendo quell’aria pregna, ed arricchita de' corpicelli più fini dell’elemento in cui viue , andaua conferuando il moto, benche più languido, e infingardito il giro de’fluuidi, e mantenendo in vigore la fìmmetria degli ordigni. E in fatti il velo di quefto vafo fù più fottile, più nobile, e come vn fiore di limpidezza : perloche mi farò lecito il fofpettare , che l'aria della palude d’acqua dolce poiTa etter migliore di quella, che in tempi piouofi anche nella no-ftra atmosfera puriilìma fi refpira. S’infracidi poi prima del pollo sù l’acqua falfa, perche il moto della Suddetta materia celefte, o d'altro tale ancora per auuentura ignoto, non ritrouò que'cubi che renerò ferme, ftrette, eag-grouigliate co’ loro fianchi infieme le fibre dell'altro,e così apoco apoco le fuiluppò, le riuoltò, e le ini ranfe. Morì