fcriiTe Hippocrate, che fe altrimenti è fucceiTo in qualcheduno, vn ral mal’efempio nehàcondotti in breuità di tempo vn'infìnità alla romba . L’intemperanza come vizio ioprabbonda di feguaci, eia fobrietà come virtù relegataà Monalleri reità con pochi Oìmof’eguito. Fide, tur ab ef'perienria comprobari, quod dista tennis, &ferè Pitagorica, vel ex regalis f merioribus 'vita monaftica, i/el ex mftitutis Eremitarum, qu<c necefsitatcm , & inopiam habent prò regulis^ 'vitamreddatlongam . Così l’Ingegno-iìiìimo Baccone. Perche non intendo, che viucre fi debba vita Pitago^ rica , da chi è nato con robufta corporatura, balìa il tralafciare quello euidentemente nuoce, e mangiando moderatamente quanto è neceiTario per viuere, ieruirfì del vitto con quella limitazione , che conferui la fanità, e preferiii da mali, òlicuri, comefù infegnatodaHip-pocrate Fames magnar» potentiam babet in bominis natu-b'Vet. raì &fanandiì fi abbracci in quello particolare, che ie ha forza di guarire , aura la mede/ima per preferuare, & debilitandi, ¿7* occidendi, fi vieti in quello, che non iarà mai preicrittada prudente Medico, perche eftre-ma, e per ioli difperaci. Suppoile le douute circoilanze di corpo, ben completo , regolar fi deue come vomo ragioneuole, quel- lo brama viuere lungo tempo. Chi e debole non aggraui di iouerchio pefo la natura, volendo imitare i più robu-ili. Non è in potere dell’aria l’impedire li mali dipendenti da fregolato modo di viuere, ondeche non deuefi come autrice incolparla di quelli, e dell’imatura morte. Per quello fine ho efprcflo, per le diligenze, che polTo-nofarfì &c. non ricercandoli per lungamente viuere la fola buona aria , ma con quella l’altre mencouate condizioni. Vnite tutte con la purità dell'aria, e per efTere Incorruttibile l’acqua, e terra della Laguna, punto non N s’in-