CAPO II. Diutderfi vn addo 'volatile delicato dall'acqua [alfa t e diuagare per l'aria di quefta Dominante . Per„ che gli Antichi abbino finto, efjer nata Venere dalla fpuma del Marc. mettere maggiormente in chiaro quella Hi! spilli verità, diuiderfi l’acido volatile dall’acqua IPl ÉtP^ÌÌÌ falla, è neceilario venir in cognitione del IHf medefimo, mediantequegl’efFetti , chedi- pender poffono da lui folo. Mi può effere fuggerito, poterli diftillar l’aria , col raccorre della me-dclìma co’ vetri pieni di ghiaccio, attorno li quali refta condenfata in acqua, e così fi i’aprà veramente, le vi fi a nell’aria. Rilpondo, che non farebbe al gufto percettibile vnito alla nledcfima , ne feparabile per la propria iottigJiezza rirrouandofl accompagnato alla fteiTa. Ma palliamo aH’oflèruationi, da non fpregiarli. Si prefemano in primo luogo gli ori ed argenti , che reftano efporti all'ingiuria dell’aria , venendo neri gli vni, ed gli altri con facilità in Venezia , c non così in Terra ferma. Tal’è la negrezza de medefimi, come fé liquor acido gli haueiTc bagnati-, non è però cotanto prò*, fonda, chefirnile fia a quella de corrofìui,. fiche ricerca^ lì fuoco, per feparare qucH'acutiilìme fpicule d’acido , inuifeerate nella parte metalica. E vn acido dolce è delicato, che col eiferfi vnito alle fuperfìciali porofità, refta anche leuato con facilità , col abblutione di femplice dolce lifeietta. Dimoftra euider temente quella oiferuacione, elferenon tanto neU’atmosiiradella Città,queft acido volatile , quantoche operar ancor lopra gli alkalici, co’qua-li confutò è difperlo per l’aria» Ira