de frutti , & carne alimentata in tal fuolo ,quamochc non potendoli preparare il fopradetto benigno lugo , cho tutte le dette cofe nutrir deue, fenzachenon preceda la douutaiermentatione interra, rellano perciò (legati in queft’azzioncdi que’benigni, ed attiui fpiriti. Ne fua-porano di quelli dalla medelima terra, e diffondendoli, fecondano tanto più l’aria, che riefee grata all’indiui-duo , C (Tendo di quelli, de quali pregne ritrouanfi quelle delizioiecofe, che preparate le vengono in quel luogo dalla Prouidcnza Diuina per di lui commodo e benefizio. Quanto più copioia dunque ne farà l’aria di dette foaui, e pure euaporacioni, tanto più perfetta fi dirà eiler quella, per tutte quellecircollanzc. Non douendoli noi fermare in quella fuperfiziale co ■ guidone, conuien inoltrarli più a dentro, e cercando l’origine di quelle falubri elalationi, inuelligar ancor da chi precifamente dipendano, e doue fi ritroui vna il gran produtrice minera. Proua con molte ragioni, ed efperienze nel fuo Hippocr. Chimic. il Tachènio, effe-re l’acido l’architetto vniuerlale, e confirmata viene—* quella opinione da Pompeo Sacchi nel fuo dotto , e (ingoiar trattato de Febribus , volendo che l’origine di quello nobil agente, deriui dal Sole . Et quando dixi acidutnf^’f^ e fie ignem elementaren» , de cxlefti ilio fpiritu intellexi , & «ik. cuius principium eftfol, ex quo fyderum agmen quid qnìdfec-P-c-buìus babet mutuati*)'. Non li può negare al detto Gran Luminare l’acidità > perche ie in diuerfi luoghi d’Europa , è ftaro obligato quello gran Pianeta à lafciare li proprj raggi, raccolti con fpecchj vllorj in vetri aquello fine fabricati , fiche fono rettati alla libertà del gullo, ed occhio fenza offen-derquclli, ne abbagliar quelli, tanto furon raccolti in Venezia dal C. Camillo Martinengo in condenlata acqua acideta- Seapprello di tutti il Sole è il principal agente