[23-IV.I9] Ingiustizia verso l'Italia 461 clausole delle riparazioni ed i rispettivi allegati, che avevamo loro sottoposto come conclusione dei lavori dei diversi comitati. Hanno cosi subito dimostrato di non fare gran conto dell’Italia, e anche questo offende un po’ tutti perché non si è mai fatto conto di nessuno. Tutti questi sentimenti agitano le conversazioni che non finirebbero più, se Sonnino non desse la buona notte ai suoi interlocutori, e anche Orlando non salutasse sorridendo e chiedendo di andare a letto nel suo speciale accento francese. Nuovi fragorosi battimani, nuove ovazioni, nuove grida di «Viva l’Italia! ». Io esco dall’albergo coi miei affezionati amici Rondoni e Stobbia, che mi hanno accompagnato in tanta parte della mia vita. Sono troppo nervoso per dormire subito. Ho bisogno di aria fresca, ho sopratutto bisogno di sfogare tutta la mia amarezza, tutta la mia passione. L’Italia non merita tante inimicizie, anche se non possiamo negare l’influenza delle nostre divisioni, dei nostri errori, della nostra ipocondria. Qjual è il Paese che non ha partiti, che non ha contrasti, che non ha errato, specialmente in tempi cosi agitati? Ma non ha forse l’Italia dimostrato di essere una sola volontà invincibile, una sola forza irresistibile nei momenti supremi? Non hanno gli italiani gettato vita, averi, figli, nella fornace, lealmente, senza far conti, nel massimo del pericolo? Non fummo noi alleati leali, diritti, inflessibili? Non sono queste qualità riconosciute, anzi conclamate anche per Sonnino, se pur non è riuscito a farsi amare dagli Alleati? E non fu Orlando un elemento prezioso per la conferenza? No, l’ingiustizia, l’offesa sono troppo grandi. Da una parte Francia e Inghilterra dichiarano: « Noi manteniamo la parola data, noi siamo pronti ad eseguire il trattato di Londra. Siamo pronti a dare all’Italia i suoi confini e una piccola parte della Dalmazia, ma diamo Fiume ai croati. » Dall’altra parte l’America dice: «Noi siamo talmente