Cx redalla Laguna di Venezia, onde non fa à propostola comparatone. In ordine poi alla diilinrione latta da quello infigne Jetterato P aludes aqua [alfa per vices inunda t a mìnusfalu-hres, quam qua aqua dulci. Confiderò in primo luogo, che fecondo quell'autorità, fono abitabili le paludi d’ acqua faifa, x, riipondo, darmi il Verulamio in altro luo-mf.nt,go raccordo confimile al notato sul princìpio . Aeris bo-iunior, nitas in locis experientia potius dignofeitur quam ftgnis. Mi riferbo dunque rifpondere direttamente con l’ciperienza á quella diilintione nella terza propofitione. E perche non voglio pallare di prefente lenza qualche rifletto circa quelVaucerità , mi figuro auer olTeruato> quello degno letterato delle paludi d‘acqua falia , vicino alle quali òciTendoci (late paludi d'acqua dolce corrotta, ò sboccato qualche fiume nelle medefime, ( e cofi hà detto il vero )rendeafi inlalubre quell’aria per l’addotte ragioni . Or per hauer’ poi oileruaco li buoni effetti proue-nienti dall'acqua de!mare,enon eiieretali quando formala laguna, fu aftretto metterci il mirum^t foilicuire in primo luogo le paludi d’acquadolce corrente, non effen-do per altro Superiori à quelle fatte dall'acqua faifa. In differe nte pofitura fi ritrouano le paludi di quella Città , ilantec he. Lontaniifìme fono Tacque dolci, le mantengali Tempre più abfenti il Signor Iddio, perche guai ie fi appr olfìmailero,, oltre l’atterrare la Laguna , grande cdineT pugnabile, benche irrcgolarefortificationedique-fta Do minante, diuerebbe impraticabile per l'aria , come s’oiTerua in ogni luogo, nel quale vniiconfi acqua dolce e faifa, per le fopramoctiuate ragioni, confirmate dalla 3vefpcrienza,chefiritroua nel fine. Inord ine alTobbiezione, che Hippocrate habicaiTc nell’ Ifola di Coo lenza paludi, nondouerfi perciò intendere la di lui autorità di ogni fico di mare, fi vedrà la riipoila nel-