Aia quello eh e molto confìderabile in queilo particolare, ogni turbamento, ogni moleilia, checompa-rifee in qualche parte del corpo, viene battezata francamente da tutti per flato, cd ancorché non fìa, non occorre, contradire come il fa ogni febre col nome d’E-tica, che più lungamente s’cilenda di quello pare al volgo douria fare . Oh quanti ne hò vedut’io , che batte-zando flato il di lormale , meritaua altro nome. Nel conftituto pallefarono, che la frequente famigliarità cò Cerere, ò Bacco, ò Venere, ò cò tutti tre aisieme era la cagione del fconccrto del corpo, non l’innocente aria.
  Che il Veneto Ci a poi compaisiorteuole , grandifsimo e il numero de rincontri, circa de quali non mi volendo dilungare mentre farei fouerchiamente proliilo , ri-ftrignerommi áquelli, noti à tutti.
  Prima ciòattefta la gran quantità de luoghi Pi), e fra quelli l’iniìgne detto della Fraterna , non fapcndo fe ci fi a il fecondo in Città cotanto populata -, eiiendouene vnoin Reggio di Modana in alcune parti iìmile, detto de Fratti del Parolo.
  Non auendodunque la Fraterna di Venezia entrate, ( nota bene , ) ma dependendo dalla Diuina prouiden-za, fomminiilra pane, danari, e fuppelletile á poueri vergognofi Cittadini, e Mercatanti , ed à putte poue-re, che fi maritano . In auantaggio iouiene di pane , danaro, e medicine tutti tutti li poueri di quella gran Città, ch’infermi recufano ritirarii negli Ofpitali. Non altro che la compaisione può dimoiare li bene ilantià fpropriarii dell’entrate, per fomentare vn luogo pio di tanta importanza, per vn difpendio di tanta confequen-za, eh’efprimere non fi può.
  Di più fono flati introdotti dalla compafsione gli fof-fraggi, ( pijísima inuentioue per fouueniriì in vita, cd
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