fe in brcuità di tempo la morte: mancati "perciò col popolo li prudenti Fondatori, c diuenuto quello fito ad altri odiofo, tale farebbe reftato, quale per l’auanti ri-rrouauaii. In proua di che ella coniìderi, elTcr porti del Pò» porto Goro , dell'Abbate, Volane, &c. quali mediante quello gran Fiume, communicano con terra ferma, e col mare-, ma riufeendo l'aria di peilìma condizione , reftano come li confimili inabitati. Quali pofeia di ciò ne fieno le cagioni, àdiferenza di quelli dj Venezia, lo intenderà nel fine di quella lettera. La feconda confideratione e in ordine alla mia perfona, circa la quale non aura dubbio l’Amicodi credere, eifer anch’io nel numero di quelli che bramano di*viuer fani, e lungo tempo ancora. Or crede forfè l’Amico, ch’auendolafciato fponranea-mente la riguardeuolecondotta della bella terra del Finale di Modona, (limata, qual’è, d'aria buona foilì pofeia flato inauueduto nel fermarmi tanto tempo in Venezia , feconofciuto haueifi, foile finta vn'ariadi mala_> conditione , come vien fuppofto ? cercato aurei altro foggiorno auendo diligentemente bilanciato per fino da principio, e poi continuamente , come confaceuole foile quelVaria non tanto al mio, quanto all’altrui indiuiduo. Intenderà ciò inprogreifo di quella da’molte oiferuatio-ni fatte, fenza quelle lefignificai, quando ella fi fermò più mefi in queila Città, da lei llimata, ed amata. Può molto bene atteflare con verità, qual fofle il lucro confiderabile, che ne ricauano da dettaTerra ; ( il che ¿tutti è manifello ) mà che aggrauatofui poi anche da mortale infermità nel corfo di fei anni che fùil 1673. abbandonato perciò il guadagno, e feorrendo il vigefimo anno, che foggiorno in queila belliffima efaluberrima Città , viifutoiemprefono immune da Febbre. Se mie fucceiTo qualche turbamento nelfangucjmai non fan flato Efjptr ?•