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regolatamente, de quali non fenedà efempio. Sò, che multa fanamur dieta, qu<t arte curari nequennt. auendo formato Hippocrate quella fentenza, ammaeilratodall’ eiperienza nelcorfo di centoe venti anni che ville. S’accumulano efcrementi daU'intemperanza, e non con la fobrietà, che virtù corregge quelli del vizio.
  EneceiTario ftringere più fortemente quello fine con la fenfata eiperienza, econclufo reilarà lenza attacchi, quanta fia la forza dell’atmosfera di Venezia in poter prolungare la vita, chefe non peruengono tutti alieta decrepita, quello non deue pregiudicare alla bontà dell’ aria. Perderà fori! le ottime , e perfette condizioni quel terreno, nel quale non riufcirà d’eguale durata il faliee, come la quercia , vn periìco, come l’olmo &c. Se io mo-riifi dopo quella rifpolla , dourò dolermi dell’aria, e fallo farà quanto auro fcritto ? u che decretato aurà l’Al-tiilimo ,che paiTaredebba in quella età di jj.anniall’aL tromondo,ò chemi farò abufato inauuedutamente della bontà dell’aria. Auendo goduto la fanità continua-mente venti anni, che vifoggiorno, l’efperienza dime dello, oltre l’addotte ragioni , ed oiferuazioni m’ accerta d’ogni efpoila teorica. Ed ancorché il daffe, come da me è flato ofleruato in na-tiuo Veneto, cheriulciife antipatica à qualcheduno, dunque deuciì rimprouerare ? per che gli abilemj non beuono rino, dunque taglia rdeuon-fi le viti ?
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CAPO