nelTeftrinfecò , e quello deu’effere faporito nelTintrinfc-co, è infulfo al gufto. Pofta in quefto infelice ftato, ricreare non Ci può la noiìra parte fpiritofa nell’infpiratione con le confuete benigne euaporanoni , ritrouandofì in vn caos di confufioni, con grande pregiuditio della fatate dell’vomo , perloche hebb’a dire il Diuino Hippocra-te. Aiorbi in pluuiarum multitudine , magna ex parte fìunt ^pbor.fcbres longa , aluiprofluia , putredine* , morbi comtiales, fefi. j. attoniti, & angina. E’però vero, non viuerfl efenti da l6’ diuerfa altra fpecie di mali ne tempi afeiutti, profeguen-do nel medesimo afforifmo. In ficcitatibus autem tabitu. dines » articulorum morbi, Jìillicidia rorin<e 5 & dìfficulta-tes inteftinorum.
        Al confìderarfi non effere d’alcun proffitto Tadorna iìloloftco , contrariorum eadem e[ì difciplina , attefoche f’oggiacere non il douria à mali ne tempi fecchi, fe negli humidi fi refta oppreffoda quefti ^ reità perciò inuoìta in grandiffime miierie la noiìra infelice Immanità. Se foffe in poter noftro l’appigliaril al minor de mah , allorché isfugir non fe ne può vno > c’addita il medefìmo , edere men nociua la fecca conftitutione dell’vmida . Ex anni AHtem confiitutionìbus quod in totum dixerim, ficcitates fune ^fe8°r' faiubriores & minus mortifera . Per vn tal auuifo, è necef-*6.? fario feruirfì di què mezzi, che poflono contrabillanciar i mali effetti nelTcccelfiue pioggie. E’ ragioneuole, do. uerfì auere maggiore premura della bella machina del noftro corpo, di quello s ha talThordi qualche arma , che inumidita non refti dalla ruggine corrota , ò non precipiti qualche abitazione , quando s’imputridifeono le mura, ò trauamenta per cagione delTvmido.
Di quanta neceflìtà ila l’acqua dolce alla natura, efu-perfluoil motiuarlo , tantoch'hebbe à dire HJppocrate, De die- enim omnia per omnia mouere potefi, aqua vero omnia, taiib. per omnia nutrire . Non v’è dubbio , che per mancanza
~	dell’