per lei, e buon per chi viue in Città cosi fortunata, che fenza auuederiene inghiotte coll'aria continuamente vn cosi pregiato ri medio. Quello è il più caro dono>che polla auere dal Cielo, e la più bella gloria , chepoffa auer dalla terra. Sicché, o Eccellentiffimo Signore, non folo può mantenere l’aria Veneta illibata la falute a mortali, ma può feruirle di Medicina , e particolarmente à quelli, ò foredieri, o natiui c’hanno vn fangue pigro, denfo, c (oggetto ad acquagliarfi , come appunto hà il malinconico noilro. Ma sò, che intorno anche a quello fentirà volentieri alfuololitoi miei giouenili fantafmi tolti in preilito alla rinfuia dal mio magriifimo, e ileriliilìmo ingegno. Vietono i corpicelli falini, che non s’acquaglj il fangue, perche impedilcono particolarmente co’ loro angoli,che non fegua combaciamento maggiore trà le fafeie delle fue fibre , di quello ricerca la naturai fuategnenza. Ma acciò meglio inrenda quelli miei rozzi penfieri, fappia , che io dubito, che non per altro fi rapigli, e fi ralTodi ’I (angue , le non perche s’vnifcono vn pò troppo le Superficie polite, eipiani lifeijdellefue fila nondiilurbateda particella alcuna, che le agiti t e vieti loro l’vnione, ma più rodo calcate al di fuori da qualche premente, come fiero., oaltre partilibere nedi lorocanali, anzi dall’ ideile tonache de medefimi, e da tutto quello che ferue loro di pelo, come appunto fanno due ladre d’auolio, o d’altro cale perfettamente Spianate, quali foprappode fenz'alcun vifeo,tenacemente s’vnifcono per la folaeder-na prelìlone dell'aria .Anzi quanta minor copia di bruf-coli chiuderanno infrà di loro nell’abbracciarfi, tanto più fi. formerà vn corpo duro, e difficile da fepararfi. Così, o mio Signore, fenza immaginarfi , o vncinetci, o chiodi, ocatenette,che tenghinoil fangue come il rettamente affibbiato) c in frenp * aueremo vna cagione 21 fem-