40 _ dilj'gentiflnn’oííeruatorc di tutto j e così parlò . Venti De dìe- ex mari in regiones illabentes ftcciores quodammodo funt, qui takb.x. vero niue ì giade, aut fiagnis , aut fluminibus procedunt humeílant omnes , ac frigefaciunt tum plantas , tum ani-tnantia, £7* corporibus fanitatem exhìbent j qui frigiditate non [uperexcellunt, hi enim Udunt 3 propterea quod magnas mutationes calidi ac frigidi in corporibus inducunt. Si comprende da quefte oiTeruationi fatte davomini d’alto intendimento, e giudizio, quanta ila la forza del i’elalatio-neaicendente dal mare, non eiTPndo tanto vmida , come vien iuppoilo, ne crafla, ò corrotta come da qualcheduno viene chimerizzaro. Di più fi confideri con parti-colariifimo rifìeflo quella indubitata verità corromperà l’acqua dolce, e non la faifa. CAPO VII. Grandemente e ¡[ere vt'ile al corpo •vmano tal e [ala t ion e acida} Q* efere la. creatura 'vitale mottiuata da S. Agojìino, Er incalzar con maggior euidenza , quanto se detto, efferc fopramodo falubre al corpo l’euaporatione marítima, fenza eflerc f'ulfu-rea , ricerchiamolo al dottiilimo Etmuler, quale trattando di quanta confeguenza fìa la tranipjratione del corpo, perche reilino ben nutrite le di lui parti, tralafcio d’addurc quanto è ilato fcritto dal dottiilimo Santorio in ordine à quello particolare. Non auendo poi ritrouato ragioni al propofìto nell'aria di Terra Ferma, aftretto partire dalla niedefìma, le ritrouò nell’acqua ialla , ondeche prendendo il motiuo dall’Hel-montio , così efpreffe Nauigans in mari [anus duplo plus tdit, minu[que excrementi laxat, feipfo in terra exifiente ¡ itaque