IJO ancor fumante da vna fdruciata vena . Non bollì, ne fi vide tumulto di iorr’alcuna* ma venuto folamente tinto d’vn colore più roileggiante, non fi rappiglio, come l’altro,ne fi corruppe. Ne quiceiTò la mia curiofiflìmacuriofità. Volfi, eh’ alcuni volatili, che più di noi foglion fentire, e quafi dilli conoicerc la varietà de’ vapori, ch‘ingo*'ibrano V aria , prouaiTero anche il vario genio de’ i’ottopofti liquori. E giacche biiognaua robbare il tempo alle communi calamità, P. E gran temenza, gran de [ire affretta, . m’ingegnai di farle alla più breue, e per così dire in vn gicto,eraggruppare in vn falcio. Vajt g Lafciai dunque cadere vna vecchia Rondine sù l'acqua falfa, che dallo i batter/i, e far iolleuarein altoque’finif-ftmilprizzi , dalie la libertà à più minuti, e più gentili atometti, e ne ingoiaiTe vna gran parte. Così nel tempo medeiimo ne gettai vn’alrra nell’acqua del nolìro fiume. VifiTe il doppio quella dell’acqua falfa , e fatto il fimilead altre,flette a coppella la proua, Ma perche dubitai, che ciò potefTe accadare , per non temer quelle, anzi amari* acqua ialfa, per vn cerco loro coftume d’i ntrecciarfi ogn’ anno, ed aggomitolarfi a centinaia infieme, e fatte grati pallepaiTar la vernata infondo al mar Baltico, come nar-NjlGh.ta. il P. Bartoli politiilimo, ed eruditiiiimo Scrittore FaT T dell’itnmorcale Compagnia di Giesù, repplicai l’efpe-5 75 rienza con Paflere, con Rofignuoli, con Codirolfi, con Vpupe, o Gallerei di Maggioi ed altri vccelletti, che per Joro dr/grazia mi capitoron viui alle mani, eriufeì fem-prc infallibile , che moriuano più predo i nomato-ri dell’acqua dolce, che della l’alfa, abbenche non in tutti fi ofleruafle la medefima meta del viuere> e del mo-'* ^ rire» i ' ■ • - f Ma vedendo inoltrarfi ne noftri paefi a gran palli Io -i fpa-