Veneti fui Mincio, affliggono di continuo que* Cittadini, che han cuore di dimorami, Io riferiremo con le parole fteiTe di Scipione Mercurio, Medico più volte da elìì condotto, cofi dunque egli nel lib.7. degli errori Popolari d’Italia al cap.6. E vna fpecie, dice egli, di tormento, il rimirar gli abitanti tutti fenza colore, fenza forza, con il ventre gonfio, con il volto giallo , con gli occhi languidi, eòi pilli lenii, quali tutt’il verno ,òiono languenti , ò conualeicenti ; la (tare poi a guifa di pecore infette, morendo miferamente, affliggonoi Medici, ral* legrano i Preti, ed effercitano le Campane; Quello non è già vn accomodarfi à tutti, ma vn diftruggereanco i fuoi, che però con ragione potriadiriì di quella Terra ciò, che della Paleftina riferironoà Mosè gli eiploratori nelle fa-. grecarti, cheTcrra deuorathabitatorcs(uos, polche tanti ne manda in perdizione ; e può ben diriì vn ritratto del tutto oppoftoà quel di Venezia, nella cui aria fi vedono giornalmente gli abiratori di buon colorc , d’ab/co di corpo lodeuole ,fanguigni, robulli, allegri, giouiali, fuelti nelle loro operazioni, fecondi àmarauiglia , e quel che più importa , d'vna vita lunghilfima; cofetutte, che vano il fperarle altronde, che da vn’aria perfetta, e fanif-fima. Mà non folo s'accommoda felicemente à tutti l’aria di Venezia , anche fortftieri, e di lontani paefi , mà pare, che in efla fi troui vn’occulta virtù di preferuarli da que* malori, àcui peraltro nelle patrie loro fi veggono (otto-porti . Hò praticati alcuni di quefte noftre parti, cheio-liti prima incorrer varie indifpofizioni, anche pericolo-fe, e mortai i,dopo auer cangiato paefe, e portatifi ad abitar in Venezia, non ne hanno mai più patito per ombra . V.S, Eccellentiilima può pretendere parte in qucftaOf-feruazione, qual qui tra noi mi raccorda più volte eflerc ftata uguagliata da febbri coi! lunghe, come acute, anzi acu*