*2J mo mio Signore» Sonò appunto infra le fafeie ancora della nortr'Arte. Comefanciulch’a pena Volge la lingua, e fnoday Che non sa dir, ma 7 piw tacergli è noia. E ben vero, che conofcendo di parlar male, vò parlar poco, alleggerendo così alquanto la noia di leggere colla breuità del difeorfo. Apporterò breuementc quanto hò veduto cogli occhi, e più breuemente quanto credo di ri» mirar coll'ingegno. Non fono così adoratore de’miei penileri, che gli creda per infallibili, ne casi ammiratore de’fogni della mia fantalla, che gli giudichi perelern-plari del vero. Sòche l'innenarrabile gentilezza di V.S.Eccel lenti filma gradirà al fuo (olito quefte mie infìpide ciancie,lcrit-te (olo per ragguagliarla del (ucceduto,non per far veder d’auuantaggio co’ trauagli dell’arte la nuda idea delle co-fe già mentouatc. Hi così ingegnofamence fugaca ogni nebbia > ch’ormai il noftro Filolofo s'alleftifce per venire a godere così pregiata Città, ed aconoicerein vn mede-ilmo tempo più da vicino i fuoi meriti. Non aura ella dilcaro in vedermi, le fi riuolge in dietro, leguitare, benche da lungi , le (uè pedate, e con pié ancora incerto ,e tremante cercar la via men dilallrola, e men fallace del vero. Acconciai quattro gran Validi Vetro in vn tempo me-defìmo al Sole con coperchi, che così piattamente non combaciaiTero gli orli, che lana noreilc alquanto giocami dentro, dal concauo de quali pendeuano appciì in reti-celi? vari) Pefci viui, ed alcune Rane. Stimai bene far 1* efperienza in detti vali per oileruar più à puntino anche la varietà de vapori, e la morte più, o men’afpra, ò veloce de* fuddetti . Non hò (atto lolleuare i vapori a forza di foco, perche eiTendoin vna ftagione, che i raggi folari t ì - poi-