146 Problema dei rapporti italo-jugoslavi [21.v1n.18] dell’Italia, e che al momento di fissare le condizioni di pace noi soffriremo gravemente di questa debolezza. Nei frequenti rapporti che ho avuti all’estero coi rappresentanti delle nazioni oppresse, anch’io non ho potuto far a meno di dimostrare per esse tutta la mia simpatia e di auspicare la loro redenzione, beninteso fermi restando i diritti italiani. Con ciò non ho fatto che seguire le direttive del mio capo, il quale nel suo primo viaggio a Londra ricevette il dott. Ante Trumbic, rappresentante degli jugoslavi, coi quali io avevo allacciato i primi rapporti attraverso il nostro addetto militare colonnello Mola ed il signor Emanuel, corrispondente del Corriere della Sira. L’on. Orlando ha poi favorito il Congresso di Roma ed ha ricevuto i congressisti, dichiarandosi cosi sostenitore della politica delle nazionalità oppresse. Ma ciò era ed è ritenuto pericoloso dall’on. Sonnino, cosi che effettivamente vi sono due tendenze nel Gabinetto: l’una a spingere con ogni mezzo alla rivolta tutte le nazionalità non tedesche e non magiare, che formano l’impero austro-un-garico, a organizzare legioni di volontari ceco-slovacche e jugoslave su tutti i fronti alleati, l’altra a vincere la guerra col solo prevalere delle armi e delle organizzazioni alleate, ed anzi a vincere la nostra guerra col minor concorso possibile degli Alleati, onde non compromettere gli accordi di Londra del 26 aprile 1915, firmati dalla Francia e dall’Inghilterra e poi ratificati anche dalla Russia zarista, naturale tutrice degli slavi. Bisogna riconoscere che formidabili argomenti militano per entrambe le tendenze, ma questi argomenti dovrebbero essere discussi in seno al Governo, e si dovrebbe scegliere una direttiva e non fare volta a volta una politica orlandiana o una politica sonniniana. Non c’è evidentemente da farsi illusione che l’on. Sonnino receda dal suo punto di vista. Egli sta chiuso nella sua armatura diplomatica; e perché con un trattato segreto egli ha fatto promettere all’Italia tutti i suoi confini natu-