VI cato a tempo d’Adriano, e dal temerario ardimento de’nipoti d’Adriano avidi il dominare contro la venerabil perfona di S. Leone III. il primo appena confacrato Pontefice obbliga il popolo Romano a giurar fedeltà a Lodovico, benché non ancor coronato Imperadore ; indi portatoli in Francia, ove con fingolar efempio lo coronò, Quandiu ibi erat , dice Tegano teftimonio di vifta cap. 18. beatìjjìmus Papa quotiiie collo-quium habebant de utiluate S. Dei Ecclejìce: e tornato a Roma muore indi a poco fenza ultimare il Trattato. L’altro, cioè S. Pafquale , eletto e confacrato fucceffore di Stefano, manda fubito fuo Legato colle ne-ceffarie iftruzioni , ed amichia vicijfim , dice Eginardo, firmijjimo robore conflituta aliifque utilitatibus S. Dei Ecclejìce prò itmporis oportunitate dif-pofitis per mezzo di elio Legato viene a compire il Trattato , cioè ottiene la conferma Imperiale di tutto ciò che per varj titoli apparteneva al dominio della S. Sede . Non ce ne lafcia dubitare 1’ Agronomo, che chiaramente riferifce il fatto: Legationis bajulus, egli dice, fuit Theo-dorus Nomenculator , qui nego tio peraclo , & petitis impetratis fuper confir-matione fcilicet Pacli & amicitiee more prcedecejforum juorum, reverfus ejì * Lo conferma, e l’individua preffo il Cronico di Volturno una teilimo-nianza tolta dalla vita dell’ Abate Giofuè ( Duchefn. tom. j. pag. 681. ), il quale intervenne al Placito d’Aquisgrana l’anno 8ij. a dì io. Luglio, ove , s’io non erro, fu confermato il Diploma, dicendo: Tunc quoque beatijjimo Papa Pafchali P adurn conjìitutionis , & con firmano nis faciens, etiam propria manus & trium filiorum fuorum fignaculo illud corroborans per Legatum S. R. E. Theodorum Nomenculatorem prcediclo Papce tranfmifìt : in quo decerti Epifcopos , oclo Abbates, Comites quindecim , Bibliothecarium , Manjìonarium , & OJliarium fubfcribere fecit . A tali e sì autorevoli teftimonianze, che ci aiìicurano del Diplorrfa fatto con maturità ed efattezza dovevano in primo luogo riflettere i tre Autori Cattolici prima di dichiararlo falfo al pari della Donazione di Coftantino, che è vera impoftura. Quindi a parte a parte dovevano con-frontar coll’iftoria il Diploma. Avrebber vitto, che quanto a Roma, e al Ducato Romano, fenza fpiegar fe i Pontefici antecefiori gli avean goduti o come capi della Santa Repubblica, o come Principi affoluti, ne gli conferma il Dominio : Jìcut a Prcedecefforibus vejlris ufque nunc in ve-Jlra. potè fiate & didone tenuifiis, & difpofuijlis Civitatem Romanam cum Du~ catu fuo . Avrebber poi veduto la Donazion di Pippino intera , nettando nelle lettere del Codice Carolino le Città non volute confegnar dal Re de’ Longobardi, e non ottenute fe non a tempo di Desiderio . Intera fi-milmente oflèrvata avrebbero quella di Carlo Magno con tanta fpecifi-cazione del territorio Sabinefe, della Tofcana Longobarda, e della Campania , corriipondente tutta alle lettere dello fteflb Codice Carolino; che non gli farebbe caduto in animo di fofpettare, non che di decidere con fom-