T R E N T È S I M A S E T T I M a; 585 per Colles Alp’um fui fura prò Jufccptione P eregrinorum , juflitiam ìllìc conservare d/gnetur, 6* inva fio nem, quam Gundibrandus Dux Civitatis Fiorentina in eoèem MonaJle.no ingerii, emendare jubeat . Siccome feci oiiervare nel mio Trattato della Carità Crijliana, pare che ne’Secoli barbarici non follerò in ufo i pubblici Ofpizj, oggidì chiamati Ollerìe , dove fi delle cibo e letto a i Viaggiatori . Ne furono anche privi gli antichi Greci, e i Romani ne’ pruni Secoli dopo la fondazione di Roma . Si cercava allora albergo preffo gli amici. A quello fine furono inventate Teffera Hofpitalitatis ; imperciocché gli uomini di allora, per valermi delle parole dell’antico Scolialle della Tebaide, quo-rtiam non poterant omnes Juos Hojpites nofeere, tefferam illis dabant , quam illi ad hofpiùa reverfi oflendebant prcepofto hofpitu . Di tale Tedere un e-rudito Trattato ci diede il Tommalìni. Pofcia a poco a poco s’andarono idituendo in Roma Taverne , ed Oderie più del folito, dove fi dava ricetto a i viandanti e foredieri . D’elTe abbiamo menzione in Plauto , e in altri antichi Libri, fra’quali fpezialmente s ha da ricordare Giulio Materno Firmico Lib. IV. Cap. 15. Adronom. dove della Stella di Venere parla così: Si in dejecéis locis inventa Juerit, faciet Hojpites, Popi-nanos, Tabernarios &c. Così egli fcriveva. nel Secolo Quarto dell’ Era Cridiana. Dal nome di Hojpites, cioè Albergatori, venne il noftro OJle. Ma ne’fuffeguemi Secoli pochi vedigj li truovano di tali Oderie per TItalia; e polfono pervadercelo le parole di Carlo Magno nel Capito-Lre deli' Anno 802. predo il Baluzio. Prcecipimus, die’ egli, ut in omni Regno nojlro neque Dives , neque Pauper Peregrinis Hojpitia denegare au-deant -, idejl five Peregrinis propter Deum ambulantibus per terram , Jeu cui-libet iteranti. Propter amorem Dei, & propter falutem anime* fu a:, teclum , & focum, & aquam nemo ilii deneget. Non dice Cario, che a i foli Poveri s abbia da concedere l’ofpizio. Dice cuilibet iteranti, cioè itineranti , sì Ricco, che Povero. Se pubbliche Ollerie Hate vi fodero .allora , quivi almeno i Ricchi avrebbero trovato cibo e ricovero . Il medefimo Carlo M. nella Legge Longobardica XI. comanda, Ut nemo preejumat ad nos venienti Marjionem ( cioè 1’ Ofpizio ) velare. Et quee neceffaria fura, ficut vicino fuo, vendat. La qual Legge da Pippino Re d’Italia fùo Figlio fu confermata e fpiegata colla Legge XVI. fra le fue colle feguen-ti parole. De tpifeopis , Abbatibus , & Comidbus , feu VaJJìs Dominicis, vel reliquis kominibus , qui ad Palatium veniunt, vel inde vadunt, vel ubi-cumque pergunt per Regnum nojlrum, ut quando hybernum tempus juerit , nullus audeat Manfionem vettore ad ipjos Uerantes, in tantum quod ipfi ite-ramea injufie nullas caufas ( cioè Coje ) tollant. Odali ancora Lodovico II. Augufto nel Capitolare Ticinenfe da me dato alla luce Par. II. del Tomo I. Rer+Iial. il quale ordina, che da’Valli Cefarei nel viaggio non moUJlentur incolce , aut eorum 'domos per vim invadant, vel propria diripiant. D Jf. Iial. Tom. II. B b Sed