Quarantesima; 439 Così chiaro è V andamento di queili veriì, che ognuno può intendere, non avere i Poeti afpettato i tempi di Leone Parigino per imparare da lui T ufo delle Rime,- e che troppo facilmente ha creduto taluno * (blamente effere nati da eiTo i verii Leonini. Rapporta il Cardinal Baroni® all’Anno di Crifto 538. dei verfx tuttayia confervati nella Chiefa de’ Crociferi in Roma, che iì dice fabbricata da Beliiàrio a’tempi di Giudi-niano Primo ; e fon quelli HANC VIR PATRICIVS V1LISARIVS VRBIS AMICVS OB CVLP^E VENIAM CONDIDIT ECCLESIAM HANC IDCIRCO PEDEM SACRAM QVI PON1S IN ADEM, VT MISERETVR EVM, SjEPE PREDARE DEVM. Se alcuno vuol credere tatti tai verii dopo il Mille, io non gliel contratterò; ma che dopo tanti Secoli fi pregaffe il Popolo d’impetrare mi-fericordia da Dio a Belifario, non pare molto credibile. Noi nondimeno abbiamo un ficuro , ed anche più antico efempio di una fpecie di Rima in un Salmo compoito da Santo Agoilino circa 1* Anno 393. contro, partem Donati. EiTo è un Ritmo, ogni verfo è formato di due verfetti di otto Sillabe; ve n’ha di più, ma forfè il teilo ab-bifogna di correzione. Fra l’Opere di effo Santo Dottore nelle prime pagine del Tomo IX. dell’ultima edizione fi lggge quello Ritmo, ed e-gli ileiTc* ne parla nel Lib. I. delle ritrattazioni Cap. 20. con dire: Pfal-mum, qui ab imperitis & itiotis cantaretur, psr Laiinas literas feci. Tales autem Abecetarios appdlant. Della medeiìma fpecie è il Ritmo delle Loti ti Milano, che di fopra accennai, ficco.me ancora un altro di Adel-manno Scolailico, parimente offervato di fopra. Il Mabillone lo chiama Alfabeticum, Santo Agoilino nominò il fuo Abecetarium , perchè i principi delle Strofe camminavano colle Lettere dell’Alfabeto. Ne darò anche un fimile qui fotto cavato da un antico Codice Veronefe de captura Ludovici IL. Augufii. Ho anche un altro Ritmo in Sanclum Zenonem, mede-fimamente Abecedario, che comincia: Audiant Principes, audiant Popali &c. Quivi fi legge: Li a fi a permarferat Lmperii filia &c. Rogat te Lmperium , at fe te convocat 6tc. Ivi lmperium in vece ò’ Lmperator. Soggiugne poi Santo Agoilino parlando del (uddetto Salmo: Lteo autem non aliquo Carminis genere id fieri volai, ne me necejfitas Metrica at altqua verba, qua vulgo minus funi ufiuata, compelleret. Però fi conofce, che una volta fi componevano i Ritmi, ut ab imperitis atque idiotis canerentur; perciocché anche in que’tempi, come ne noilri, v’era chi o per follazzo proprio, o nelle Piazze per guadagno, cantava sì fatte Canzoni , rozze bensì, ma tali appoila, acciocché il Popolo le intendeffe. In effo Salmo Agoiliniano il fine di ogni ver- E e 4