Tre NT ESI M A S E S T A, 373 Ma non mancavano una volta Vefcovi e Parrochi, i quali niuna indulgenza ufavano co’Monaci, e con tutto rigore da efii ancora ciì'ge* vano le Decime. Perciò i Romani Pontefici nel privilegiare i Momite-rj, confermavano bensì ad elfi l’eienzion delie Decime, purché l’avefièro ottc-nuta da 1 Vefcovi, ma loro non la concedevano contro il volere de’Vefcovi fteffi. Nulladimeno nel Secolo Xll. s’introduile il co fiume , che fe i Monaci riducevano a coltura qualche terra incolta, e la lavoravano colle proprie mani, quefta dovea andar efente dall’aggravio delle Decime. Novo.Ua fi nomavano fimiii terreni. Molte Bolle riferite dal Margarino nel Bollario Cafinenfe ne fanno fede. Ho io (blamente rapportato una Bolla di Papa Aleflandro III. del 1178. in cui conferma ad Oprando Abbate del Monirtero di San Simpliciano di Milano tutti i fuoi Privilegi e Beni, dove fi legge la confueta Forinola: Sane Novalium vejìrorum , qua propriis manibus , aut fumpùbus co/itis , five de nutrimentis vejlrorum animalium nullus a vobis Decimas exigere, vel exwr-quere profumai. Che quefta efenzione foffe ftabilita in un Concilio Pi fa-no, e pofcia in un altro Romano, polliamo apprenderlo da una Bolla di Robaldo ,Arcivefcovo di Milano dell Anno 1139. in cui fecondo i decreti della Sede Apofiolica ordina, che certe Monache non paghino Decime di terre coltivate a loro (peie. Ecco le (ue parole: Venerabili pater nojler & Dominus Papa Innocentms in Pifano rejidens Synodo &c. hoc promulgava decretimi. Ut videlicet Monachi, & Regulares Canonici de la-boribus lerrarum, quas propriis exeolunt fuwptibus, Decimas nullatenus tri-buant: quod etiam in Concilio Nuper Roma .celebrato Apojlolica fanxit au-clontate. Lo fteflo s’ha da una .Bolla di Papa Gregorio Vili, data in Reggio nell’Anno 11.87. e ]11 un’altra data nel Novembre del medefimo Anuo in favore di Michele Abbate di San Pietro di Modena. A lavorar le fuddette terre fi adoperavano i Convergi -, e molti perciò ne doveano allora avere i Momfterj. Oltre a i Beni, che anticamente gli Ecclefia-itici concedevano a i Laici in Feudo, o a Livello, noi troviamo una terza maniera di concefììone, cioè di dar loro ad Guardiani, o fia ad Cu-jlodiam, le Cartella , ed altri dominj temporali fino a certo tempo. Imperciocché 0 venendo, o temendoli che veniffero .guerre, e conofcen-do i Vefcovi ed Abbati di non aver fufficienti forze per curtodir quelle Cartella, le raccomandavano e confegnavano a’ Secolari potenti, affinchè le difendeffero. Così fece nell' Anno 1212. come corta da uno Strumento,, Ubaldo Arcivejcovo di Ravenna, che ad A^\o VT. Marchèfe di’E-Jle concejjit in Guardia Csjlrum Argenta, ut cuflodiat ad honorem & utilità-tem Domini Archiepifcopi, & Fcclejia -Ravennatenjis. Con altro Rogito il Marchefe diede de’ Malevadori delle fue promeife. Vedefi ancora dato in cuftodia ad alcuni Nobili ii Cajlello di Fumone da non so qual Pontefice , e la reftituzion d’effo a Papa Gregorio IX. nell’Anno iz)b Dijf. Ital. Tom, li. A a 3 Si