VII fomma libertà contro la iìncerità del Diploma. Per fimil modo avrebbero vedute diftinte le donazioni particolari, e fpontanee oltre alle generali e concertate, d’ambedue que’Re , cioè de’tributi della Tofcana de’Re Longobardi, e del Ducato di Spoleto, che non erano compre-fi nelle Donazioni generali, colla riierva della fovranità Imperiale fo-pra que’due Ducati, il che moitra chiaro, che in tutto il rimanente la fovranità era de’Romani Pontefici. Perciò Lodovico, e per confeguen-te i di lui SucceiTori, dopo la conferma de’diritti della S. Sede fi proiettavano : JSullamque in eis nobis partem aut potejlatem difponendi, aut dijudicandi, jubtrahendive aut minorandi vindicamus , nifi quando ab ilio , qui io tempore hujus S. Ecclefìa regimen tenuerit, rogati juerimus . Finalmente era meitieri di fcendere a quella parte del Diploma, che contiene la creazion del nuovo Pontefice, e l’amminiitrazione dello Stato Ecclefiaftico, minutamente oifervando i nuovi regolamenti introdottivi per gli accidenti varj fopraggiùnti dopo le donazioni di Pippino e Carlo . Onde a ciò dovevano confrontarfi non folamente colla Storia ai que’ tempi ; ma ancora cogli altri due Diplomi degli Ottoni , e di S. Arrigo , per accertarfi dalla diverlità che pafla tra loro , eh« nulla ritro-vafi nel Diploma di Lodovico Pio, che non rifponda pienamente a’tempi fuoi . Le fole tre Itole Sicilia, Sardegna , e Corfica fembra a prima vifta , che mal s’ accordino colla Storia , trovandoli anzi in più lettere del Codice Carolino , effer la Sicilia fotto ’1 Dominio Greco, e venire indi eferciti nemici contro lo Stato della Chiefa . Ma riflettendo che la Corfica, ove la S. Sede non aveva altro diritto, che d’un Patrimonio, in tempo dello fteffo Carlo Magno era in poter de’Romani Pontefici , iì comprende, che quantunque le altre due molto più tardi aumentaf-fero il Dominio Ecclefiaftico , furono in realtà donate da Carlo fpecial-mente la Sicilia; affinchè la Chiefa vi ricuperaiTe con vantaggio i diritti invafi dagli empj Greci, i quali anche con maggior ragione vennero fpogliati da Carlo di quell’Ifola, di quel che faceflè Pippino dì lui genitore, togliendo loro il dominio dell’Efarcato e della Pentapoli. Perciocché fe Pippino ebbe il folo motivo dell’eresia degl’Iconoclafti ; Car- lo ebbe oltre a quello, 1’ altro non meno giufto di reintegrar la S. Sede de’tre talenti e mezzo d’oro, che fruttavanie i due vaiti Patrimoni di Calabria e Sicilia ingiuitamente confìfcati da’ Greci. E infatti veggiamo ne’Diplomi poiteriori confermarli Tempre que’diritti fino al poifeìTo reale, che ne moitrò Niccolò IL invertendone il Duca de’Normanni. Del refto indicibil contento hanno recato le falfe opinioni tante volte e con tanta energia propalate dall’Autor di queite diflertazioni a’Settarj, avendo fin’ofato uno di effi , che è Cnitiano Guglielmo Walchio, di cimentarli colle ragioni di elio Autore a «hmoftrar la falfità del Diploma, dedicando a lui tal fuo sforzo d’ingegno. Ma v’è riufcito con quel- la fe-