Trentesimaseco nda; 9 j Signore di Corfica , non iì sa di qual Anno, per effere affatto guafte ed inverifimili le Note Cronologiche. Havvi anche una Carta in Lingua I-taliana dell’Anno ( chi mai lo crederà? ) 719. contenente la querela di Giulio Abbate deli'Ijola di monte Cr.Jlo davanti a Rolando Come, Signore di tutta l' 1 fola di Corfica. Un’altra Carta Latina del 1019. ci fa vedere una Donazione di Beni fatta al Moniftero fuddetto da Guglielmo Mar-chef, Signore in Corfica, e Giudice di Cagliari. Forfè fu uno de’ Marche-fi di Cala Malafpina, i quali fi sa, che ebbero qualche dominio in Cor-iica . Da un’altra Carta Latina fcritta nell’Anno 1021. apparifce , che Ugo Marchefe , Signore di Corfica > e Giudice di Cagliari dona molti Beni a Simone Abbate dello fteiTo Moniftero. In un’altra Carta il medefimo è intitolato Dominus Ugonus , Dei grada Marchio Maffce, Domino de Corfica, & Judex Calariianus. Ho parimente prodotto una Donazione fatta nell’Anno , fe pure è vero, 981. da Ruggieri Signore di tutta la Corfica, e un’altra dell’Anno 1039. fatta da Ruggieri Conte , non so fe lo fleiTo, che il precedente. Qual ila il mio fentimento intorno alle fuddette Carte da me date alla luce, forfè alcuno bramerà di faperlo. Già diffi di non avere Storia veruna della Sirdegna e Coriìca compilata da qualche erudito Scrittore, che tratti con buoni Strumenti e Memorie delle Antichità di quelle due If le. Certamente fi può credere, che ne’vecchi Secoli vi fignoreggiaf-iero varj Principi. Imperciocché, ficcome cofta da gli Annali de’Franchi, nell’Anno 82.8. Bonifacio Conte diTofcana, cui tutela Corfica Infoia tunc erat commiffa , affumto fecum jratre Berethario , & aliis quibusdam Comitibus de Tufcia , Corficam atque Sardima n parva clajfe circumvemus , quum nuìlutn in mari pi/atam inven:ffei , in Africani trajecit &c. Adunque fin allora i Saraceni non aveano fiflato il piede in quelle due Ifole. Ma circa l’Anno 852. molte fchiere di Corfi fi rifugiarono a Roma, fedente Leone IV. Papa, per non poter più tollerare le fcorrerie ed infulti de’ Mori. Il buon Pontefice , pieno di Carità, per teftimonianza di Anafta-fìo, aflegnò loro luoghi da abitarvi. Ma non per quello vennero in poter di que’Barbari la Sardegna e ia Corfica. Scriffe il medefimo Anno il Cardinal Baronio, che i Sardi furono aftretti ad abbandonare affutta la lor Patria, perchè circa que’tempi in Roma fi truovava Vicus Sar-dorum. Ma v’ era anche il Vicus Saxonum, nè fi può altro inferire, fe non che una Contrada era abitata dai -SalToni. E qui toglie ogni dubbio lo fteflo Anaitafio con ifcrivere, che circa 1’Anno 865. venne relazione de Injula Sardinia, quod Judices ipfius Infula curn populo guberr-a-tionibus fuis jubjeclo, cum proximis ac Janguinis fui propinquis inceflas & ilhcitas contraherent nuptias. Pertanto il Pontefice inviò colà de 1 Legati per rimediare a quello difordine. Dal che intendiamo, che anche allora fiorirono in Sardegna de i Principi ? e quefti Criftiarii ; e chiamati