Trentesimasesta; 357 le Preparìe foflero una Specie di Feudo, ma certo s’ingannatìo. All’incontro furono altri di parere, e tra efìì il P. Daniele Geiulta nel Lib. 1!. Cap. I. della Milizia Franzefe, che lì deile il nome di Precane, allorché un ufurpatore di qualche Bene Ecclefìaftico, defiderando di ritenerlo, porgeva Preci al Velcovo, Abbate &c. per poterlo godere in vita fua , e de’figli e nipoti, pagando l’annuo Canone. E che allora ii chiimaffero Prejlarie, quando il Rettor delle Chiefe Spontaneamente iacea la concezione. Ma non fuflìftono si fatte opinioni. Ancorché niuna ufurpazione foiTe preceduta, ufo fu di prefentar fupphche e Preci per ottener le Enhteuli ; e ferza di tali Preci non feguiva o Prellaria, o Precaria, o Livello. S’ ha da avvertire nella Cronica del Volturno Par. II. del Tom. I. Rer. Ital. alla pag. 409. che i Monaci di quel Moniftero nell’Anno S82. cercavano ho minen-,, qui de rebus Monajìeru nojìri in Corvenientia, aut per Lìbellanum recipe'e vo/uijfet, & prccjlaiurus ejjet argenium &c. Novif-Jìme invenimus Leonem &c. & Jìatuimus , ut prcejìaret nobis argenti Libras t riginia quìnque , & daremus ei per Lìbellanum Jcriptum Cefpitem Mona foni nofìrì &c. Hcec omnia ufque ai annos viginti novem dedimus & tradidi-mus , itaut amodo &c. annualiier cenfum perfoLveret Solidum unum . Ad com-pletum autem ipfum cunjlitutum tempus dii , vet fuis heredibus , rcddamus tri- finta Lìbras argenti , & ipja rejìduce quinque Libra monantur apud nos &c. ’otrebbe qui talun trovare l’origine del nome Preflaria , e che nelle Precarie fi porgeiTero Preci, e fi pagaffe anche danaro , ma fenza obbligazione alcuna di reftituirlo . Ma nè pur quefta vien da me creduta la differenza delle Preftarie dalle Precarie \ e ftimo doverfi anteporre T opinione del Sirmondo nelle Note a 1 Concilj di Francia, e del Voiìro Libro III. de Vitds Serm. Giudicarono effi, che la Precaria foife la Carta data dal poftulatore del fondo, che reftava preifo il concedente; e la Prejlana la Carta data dal Vefcovo , o altro concedente data , la quale fi confervava da chi avea ottenuta la grazia. Diffi fembrare a me più vera quefta fentenza. Nella Giunte da me f-ute alla Cronica Cafaurienfe Pdrt. I. del Tomo I. Rer. Italie, pag. 917. fi vuol offervare una Carta feruta I’ Anno 983. Pretendeva Adamo Abbate di quel Momftero, che un certo Beczone non aveiTe oflervau i patti efpreffi in fcripto Precaria . Fu perciò da’Giudici fentenziato in favor dell’ Abbate , il quale redd 1 dit Beccai ipjam Precariam -, & Bec\o Abbati reddtdit ipfarn Prce(ìariam . Di quelle Precarie e Preftarie fi truovano più efempli nel Formulario di Mar-colfo, e nell’Appendice al medefimo , che fi legge ne’Capitolari de’ franchi, e nelle Formole del Lindenbrogio. In una Carta del fuddetto Muniftero Vulturnenie neH’Anno 936. alcuni dimandano all’ Abb iteRam-baldo , ut ahquid de rebus juris proprietatis Nlonojlerit vejlri nobis , vel al he^elibus noftris in Prceflnum detis . L’Abbate dà loro a Livello alcuni Di])] hai. Tom. II. Z 3 Campi.