Quarantesima. 43* Per eum , qui femper vivit & regnai in fecula . Te depofco, dulce frater, qui cams unc V¿rfìculum, Ut requiras principales Litteras per ordinem. Sic invenit ejus Nomcn , qui hunc expofuerat. Tanti errori di Gramatica, tanta irregolarità nel nuipero delle Sillata, certo non fon da attribuire nè a me, nè al Sig. Campagnola. E finqui’ abbiam parlato de’Ritmi compolti in Veriì Trocaici fen-za cura ivi della Profodia. Refta ora da dire, che i Compofitori de’ R.itmi ne’ Secoli della barbarie vollero anche imitare ogni altra fotta di Verfi. San Bonifacio Vefcovo di Magonza e Martire circa 1’ Anno 740. così fcriveva nell’ Epift. 65. Terrium Carmen, non pedum menfura e~ laboratum , fed oclonis Sillabis in uno quolibet Verfu compofitis, una eadem-que litera, comparibus linearum tramitibus aptaia, curfu calamo perarante ca~ raxatum ( cioè exaratum ) ubi fagaciffime fator, transmittens dicavi . Con quelle parole egli defcrive un Ritmo da sè comporto, di cui anche dà un faggio nell’ Èpifloia precedente, dove fi leggono quelli verfi: , Pro mt qucero 0ramina ' « Precum, pandet precipua &c. Imitarono anche l’Efamerro, ma con tale afprezza che chi non è ben pratico de’ Rumi , e non fa mente all’ iniezione di que’poveri Poeti, non s’accorge, che abbiano voluto formare de’limili verfi. Chi ne brama efempli, vegga nel Teforo del Grutero pag. 1061. l’Ifcrizione VII. Criiliana, e nel Tomo IV. dell’Italia faera ne’ Vefcovi di Vercelli l’E-pitaffio di Flaviano Vefcovo, il quale fi crede che viveife circa l’Anno 540. Ma il più antico, e più luminofo faggio di quella plebea Poefia fi truova nel Poema di Commodiano, pubblicato dal Rigalzio, e poi inferito nel Tomo 27. Biblioth. Patrum. Si crede, ch’egli fiorilfe circa il pyncipio del Secolo IV. della-noilra Era; anzi v’ha chi il crede vi-vuto nel Secolo III. Non con altri Verfi che El'ametri , ma Ritmici , tefle egli le fue lftru7joni Acroftiche, fenza offervare Regola alcuna del vero Metro. Ballerà addurne quelli pochi prefi dall’Illruzione V. Hercules, quod monjlrum A ventini Momis ehfit, Evandri , qui folitus erat armenta furari, Ruflica mens hominum indocili.?* quoque prò /aitile. Quum gratias agere vellent, abjenti Tonanti Oc. Seguita egli con quello metodo, chiudendo con quelli verfi fatti alla portata del volgo importanti documenti della Religione Crilliana, e formando fovente de’buoni verfi Metrici. Chiara cofa è, che i Poeti plebei per lungo tempo dipoi fi «Servirono della raedefitna licenza; e qui fe ne pre-