i4 ' Dissertazione rè un uomo veftito di abiti di diverta colore, quali una volta foleano effere i Buffoni. Vedi nella Differtaz. XXXIII. qui fotto la voce B¡narro. Ma ficcome abbiamo dal fuddetto Storico Lib. X. Cap. 152. nell’ Anno 1330. fu pubblicato Editto da’ Fiorentini più accorti degli altri: Che a Corte de Cavalieri non fi poteffe vefire per donare Robe a1 Buffoni, che in prima affai ne donavano . Ma in altre Città fi continuò 1’ ufo di donar quefte Robe. Cola di Rienzo, Tribuno di Roma , uomo fantaftico , nel 1347. fi fece crear Cavaliere. L’Anonimo Autore della Vita di lui al Cap. 25. racconta, che allora concorfe a Roma la molta Cavalleria di diverfe Nazioni di gente , Baroni , Popolari , Foreji, a pettorali di fonagli , vejliti di Zendado con bandiere . Facevano grande fefìa ; correvano giocando ( che come diffi fi'appellava Bagordare). Ora ne vengono Buffoni fen^a fine. Poi nel Cap. 27, defcrivendo il magnifico convito del Tribuno, fcrive : Mentre lo maqueare (i faceva , fen^a gli altri Buffoni molti , fu uno veflito di cuoio di bue , le corna in capo avea: giocò e faltò. Ecco di che fommamente fi dilettaf-fero gl’italiani d’allora. Nè differente fu i* coftu-me de* Tedefchi e Fran-zefi di que’ tempi. Nell’Anno 135<5. Carlo IV. Auguilo nella Città di Metz tenne una folenne Corte, per teftimonianza di Alberto da Argentina Storico, dove Electores & Oficiales , feu Minifìeriales Imperli venie-bant fuper equos ufque ad menfam . Defcendentes vero de equo coram menfa, Hiflrionibus & Mimis dabatur equus. Scrive parimente Conforto Pulce nella Storia diVicenza, che fu nell’anno 1382. tenuta una magnifica Corte nelle Nozze di Antonio della Scala Principe di Verona , dove fuerunt plures quam ducenti Hifìriones diverfarum regionum , qui nova indumentafin-guli perceperunt fecundum Dignttates , valoris ad minus decem Ducatorum pro quoquo. Di lunga mano ancora prima di quelli tempi il fopralodato Marchefe Bonifazio nelle Nozze con Beatrice di Lorena, cioè nell’Anno MXXXIX. mofrrò un’infigne munificenza, dicendo fra l’altre cofe Donisene Lib. I. Cap. 9. Timpana cum citharis , flivifque lyrijquefonant li eie. Ac dedit ir.fgnis IDux proemia maxima ni mis . Ora iolamente mi fono accorto, che quefto paffo avea bifogno di correzione. Cioè in vece di nimis s’ha da fcrivere Mimis , perchè allora tifavano i Principi di regalar bene i Giocolieri e Buffoni. Lo richiede anche la Profòdia , veggendofi altrove nimis breve preffo quello Storico. Anzi in que’ medefimi tempi , per quanto narra 1’Annalifia Saffotie pubblicato daU’Eccardo, avendo Arrigo II. fra gli Augufti nell’Anno 1045. (altri dicono nel 1043. ) condotta Moglie Agnefe figlia di Guglielmo Principe Piétavienfe, in quella occafione infinitam mulùtudinem Hifláo-ziyin . ¿y Jocillatorum fine cibo é>- muneribus vacuarti & meerentem dbire per mi-