Quarantesimaterza. 511 mo . In fondo dunque ad uno di effi Commentar} v’ha molti verfi con quello titolo: Elorado Abbati Florus fupplex. Tutti fono flati da me dati alla luce . Nè citerò folamente i feguenti, dove parla de gli Afterifci e faette, che diftinguono i verfetti de’Salmi. Quas Jlud'tofa manus, multi fudore laboris Rejìituit prifcis , *te regitante locis &c. Sed tamen Hebraica rurfus ratione polita , Ac Jimul Argolica ■denuo pitta manu: &c. . Nunc cape Correttimi gratanti corde Volameli; Ufque ita permarieat, da> Pater, oro operain: • Nullus enim fruttus conamina nuflra fequeiur Erafis viciis, qui bona fubdidimus. L’Autore di quelli verlì fu probabilmente Floro Maejlro Diacono di Lione, il quale circa 1’Anno 837. li acquili© gran credito in Francia colla Tua Letteratura. L’UlTerio nella Storia« di Gotefcalco, e il Cave nella Storia Letteraria, fcrivono , aver quello Floro comporto Commen-tarium in Pfàlterium, il quale lì truova nel Monillero Hafligemienfe di Fiandra , unde illud in Pfalmum LXXX. adverjus Amalarium a Fabro ci-tatum ejl teflitnonium adverjus Tranfubjlantìationis Dogma . Truovali nel Codice Ambrofiano quello palio colle feguenti parole: Et cìbavit illos. Adeps frumenti Sacramentum ejl Corporis Chrijìi. Quid enim adeps in frumento aliud fgnificat nif Divinitatem in Carne. Petra Chrifus, mel dulce-do ipjìus, a qua omnes credentes in Fide nutriuntur. Vedi di grazia, come ben li vogliono adoperar quelle parole contro la dottrina Cattolica, quando effe {blamente fono atte a confermarli . Nè io così facilmente concederei all’Ufferio, che quel Commento foffs di Floro. Da’l’opra citati verlì altro non lì può ricavare, fe non che Floro ha corretto il Volume, che più torto fembra ivi attribuito a San Girolamo. In fatti il titolo del Codice Ambrol^no fa Autore quel Santo Dottore di quel Commento, che poi fi truova nello itile e nell’ erudizione troppo divedo. Un altro Codice v’ha nell’Ambrofiana antico di circa mille anni, dove compa-rilce un’altra Expo(itio Hieronymi Presbyteri Juper Pfàlterium. Ne ho recato un buon faggio . Nè pure in quell’altro fi truova San Girolamo. Dopo i’Anno Millefimo di Cr-ifto cominciarono alquanto ad alzare il capo in Italia le Lettere , e a goder miglior coftellazione principalmente dopo 1’Anno 1050. A qual cagione fe n’abbia da attribuire que-rto accrefcimento , noi so dire. Tuttavia mi fia permeilo d’indovinarne una . In qual tempo e luogo fi comincìaffe a fabbricare la nollra Carta volgare, fatta con gli ftracci della tela di lino o di Canape, è cofa incerta. Adriano nelle Annotazioni al Panegirico di Berengario reca un parto di Pietro Maurizio Abbate Cluniacenfe,, in cui circa l’Anno 1140,