Trentesimaterza. 117 nus, E in che maniera? Da Manus, Manitius, Manilla, Mancia. Ma in Lombardia Manitius diventò Manici o Manina, Chìrotheca . Aggiungono i fuddetti Etimologilli eiTere in ufo jOìz/- /a buona mano . E’ vero ; ma non per quello da Mano lì può lodevolmente trarre Mancia . Andava io penfando , fé mai da Amanza fbffe venuto Man^a, come lì dice in Lombardia, voltato poi da’Tofcani in Mancia . Fra Jacopone da Todi nel Lib. V. Cant. 14. diceva: Non è verace acquiflo Di Man^a, che non dura , Ma chi ben ama Cri fio Sopra d' ogrì altra cura, Quella è Amanza fìcura. Il medefimo foggiugne più lotto : Di te bella Man^a , le fu vaga Marina . Qui Man^a, a mio credere, è per Amanza. La Mancia è legno di Amore . D’ altra origine fembra la frafe di Dar la buona Mano . Mandorla. Amygdalus. Da quella Greca voce derivò Mandorla il Me* nagio. Ma è da avvertire, che il Cramero attribuifce alla Lingua Germanica Mandel lignificante la ltefla Mandorla, Quando foffe voce anti-chiffima di quel Linguaggio , e non Favellerò i Tedefchi prefa da i Lombardi , che dicono Mandola, Mandla, fi potrebbe credere venuta di là. Certamente Amygdalus non sì facilmente fi potè cangiare in Mandorla , o Mandola . Maniera. Modus, Mas . Il Vollìo e il Menagio da Manus tratterò que* ila voce; ma arbitrariamente, e fenza recarne ragione alcuna. Per me nulla so che dire, fe non che quando Maniera non pofla venire dal Latino, dovrebbe eflere ufcita da alcuna delle Lingue Settentrionali, e s’ è diffufa anche in Francia , dove s’ufa Maniere; in Ifpagna dove lì dice Manèra ; in Inghilterra , dove è Manners, quali da Mann Uomo ; e in Italia Maniera . Hanno anche i Tedefchi Maniera e quando mai foffe antica e propria di quel Linguaggio, ne avremmo trovato il vero fonte . Mannaia. Bipenms , Securis. Non parla il Menagio di quello vocabolo. Per averlo i Fiorentini alterato, non lì attiva toilo a trovarne 1* origine. Ma facilmente la truovano tollo i Lombardi, chi dicono Ma-nara, procedente dal Latino-Barbaro Manuaria: nome probabilmente ufa-to da’contadini anche a’tempi de’Romani, per lignificar 1* Acetta , che fi maneggia con amendue le mani. L’Autore de’Miracoli di San Colombano Cap. 2.9. feri ve : Juffìt fitto , ut ei ferramentum , quod vulgo Ma-nuariam vocai, afferret, quatinus arbufculas ipfius agri Juccideret. Fiorì P i que-