47^ Dissertazione colo, diffi , impararono gli uomini di contrafegnar con queito mezzo le loro profapie . Gran tempo vi volle. Perciocché ficcome ora la bafla gente non adopera Sigilli, così nè pure per gran tempo dopo l’Anno iioo. usò di adoperar Cognomi . Il-perchè , ficcome ho io offervato in- affaif-iìme Memorie dell’Archivio Eitenfe , anche nel Secolo XV. gran copia di gente ignobile fi truova priva di queilo diitintivo . I primi, che fra gl’italiani cominciaffero a prevalerfene, pare che foffero i Veneziani, fecondo che notò Andrea Dandolo nella fua Cronica da me dara alla luce. Egli aj!’Anno 8Ò9. ci prefenta Angelo Particiaco Doge di Venefici-, e all’Anno 827. Giufliniano Particiaco ; all’ Anno 829..Giovanni Particia-co , con altri fuffeguenti, ch’io tralafcio . Così rapporta egli ali’Anno 887. Pietro Candiano, e pofcia altri Dogi Parùciachi, Candiani, Bdòoarii, Or-feoli, e Memi, per tacere de gli altri , che precederono l’Anno Millefi-mo della noflra Era . Dall’Archivio della nobil Cafa de’Conti di Col'lal-ro a me fu inviata copia di un Diploma dell’Anno 963. in cui Ottone I. Augujlo dona a Vitale Candiano Veneziano, la Corte di Mufeftre . Quello Vitale probabilmente è quegli, che pochi anni dipoi fi truova creato Doge di Venezia. Tuttavia potrebbe darfi , chi non sì facilmente fi acquetaiìe all’autorità del Dandolo, allorché egli fcrive, che a’tempi di Carlo Magno , ed anche prima, fiorivano le (leiTe nobili Famiglie, e diftinte co’proprj loro Cognomi, che tuttavia per la cofpicua Nobiltà rifplendono in quell’inclita Città. Sono effe annoverate da lui colle fe-guenti parole: Particiaci , qui mine Baduarii appellati funt ; Verjilvi, five Benigni , qui idem Junt ; Candiani, qui hodie jecundum plurimos Sanuti vo-cati funt, &c. Centranici, Bonadi, Barbadici, Mauroceni , Brandanìci, five Bragaduù; Nigri, qui dicti funt Mauri, &c. Non è di tanta antichità il Dandolo ( fcriveva egli circa l’Anno 1330. ) che fi abbia a tenere per ficuro teilimonio di tali afferzioni. Per altro fono io di avvifo, che niu-na Città di Europa poffa paragonarfi co’Veneziani, per quel che riguarda P aver confervata per affaiffimi Secoli la condizione delle nobili fue Famiglie. Perchè a niuna altra Città è avvenuto di faper mantenere per sì lunga ferie di anni non folamente il fuo dominio, ma anche l’interna fua pace; non avendo permeilo la faviezza di que’nobili Cittadini, che fi radicaffero giammai fra loro quelle domeftiche Fazioni, che tanta rovina inferirono all’altre Città d’Italia, e infieme alle nobili Famiglie di effe ; nè ad alcuno anche potentiffimo Nemico riufeì mai di torre a que’ liberi abitanti una Città sì ben difefa , perchè attorniata dal Mare* e di {tendere colà la fua Signoria. Da ciò è proceduto, che quivi più che altrove la Nobiltà mantenne e propagò la fua ilirpe p£r Secoli parecchi . In *oltre Tappiamo , qual gran commerzio paffaffe anticamente fra i Veneziani e i Greci, anche allorché regnavano in Italia i Longobardi e Franchi. Non mancherebbero Autori ed efempj a chi voleffe * provare *