tinnì nella {ua Storia dei Monafterio di S. Benedetto di Politone nello listo di Mantova ( lib. 3. pag. 141. ) E tra le carte addotte dal Fiorentini in fine delle Memorie, alcuna ve ne ha, che riferba il cenfo al Palazzo Lateranenle , cioè all' erario della S. Sede. (13) pag. 38 4- Vedi {opra la notan. e quindi argomenta, fe 1" Autore li ricorda d'aver detto negli Annali,( an. 1084.) Nella'Bajìlica Vaticana ricevette Arrigo dalle mani deljacrilego Antipapa h1 corona imperiale, e il titolo d' Imperadore Auguflo. Tale il chiamerò aneli' io, co» me han fatto tanti altri, quantunque illegittimo Imperadore, perchè unto, e coronato da uni ufurpatore del Romano Pontificato. (14.) pag. 394. Offervò negli Annali ( an. ioSj. ), che Arrigo IV. in alcune lettere, e Diplomi usò il titolo Romanorum Rex , cola non praticata da’ Tuoi predeceflòri . Ciò non rende maraviglia all’Abate Gottifredo ( Chron. Gotvvic. tom. 1. I, ». c. 9. pag. »85. ) ove dice averne veduti varj di limil forte. Perchè lino da Arrigo II. Re di Germania I. Imp. trovò tal titolo in due Diplomi, che fembrarongli Autentici. Ma io credo che s’inganni in quello e negli altri Arrighi III. IV. e V. tra’Re di Germania ( Ibid. c. 6. p. 133. c. S.p. Z69. c. 30. p. 810. ). Inflitti d'Arrigo III. non ha altra prova che l’Ifcrizione, conofciuta anche da lui, e contèffata Angolare del lìgillo Zillefiano Henricus grafia Dei tertius Rex Romano-rum, titolo pieno di faìfità, perchè Arrigo I, non può mai contarli tra’Re d’ Italia, non che tra’Re de’Romani . E d’Arrigo V, la ltelTa grande incolhmza di fcriverli ne’Diplomi ora quartus, ora quivi tus Romanorum Imp. fa molto dubitare del Rex Romanorum V. ufato da lui prima dell’an. IIII. quando ricevè la Corona dell’ Imperio . Conferma la mia opinione il trovarli da lui tanti Diplomi di Lottario coll’ Ifcrizione Lotharius divina favsnte clementia tertius Romanorum Imperator>: perchè dopo il figlio di Lodovico Pio, non v* è nella ferie degl'lmperadori altro Lottario, che il Duca di Salfonia, che fu coronato in competenza di Corrado fratello di Federigo Duca di Svevia , e padre di Federigo BarbarolTa. Quindi è che più politamente fi debbono confiderai- que’ Diplomi, e fiffar come un’ Epoca certa del titolo Rex Romanorum in quello Corrado, il quale è 111. fra’ Re di Germania , e farebbe flato II. tra gl1 lmperadori, fe folle pervenuto alla Corona dell’imperio. Perciò molto bene il Muratori parlando qui d3 ambedue i Corradi dà al Salico il titolo d’Auguflo, e allo Svevo il foto titolo di Re de’Romani. Il medefimo Gottifredo porta molti Diplomi cominciando dall’ anno 1159. ne’quali collantemente fi appella Rex Romanorum ( Ibid, pag. 344. 346. ; e dopo di lui in tutti i figlili fino a Federigo II. in cui termina Ja fua bell’ opra , lì legge la me-defiina ifcrizione. Da Corrado III. adunque, il quale dopo la morte di Lottario II. fu coronato in Aquifgrana in prefenza del Card. Teodino Legato della S. Sede, comincia fieramente quel titolo. L’epoca certa ce la dà il Martene ( Anecdot. to. ». p. 108. ) in una carta di Wiboido Abate Stabulenfe : Anno Dominici Incarnattonis 1138. qui efi- primus or di-nationis Do'mni Cuonradi ¡1. Romanorum Regis inviUhJfimi Ind. I. Quella con buona pace del dottiffimo Abate Gotvvicenfe è la vera epoca del Rex Romanorum. E il Baronio, che da queit’ anno comincia ad introdur la nuova Cronologia degli anni de’ Re de’ Romani , la indovina . Vedali il medefimo Card. Baronio, e fuoi Autori (, an. 1139. n. 1. feqq. ) (r 5) pag. 489. Il Guicciardini non adulò certamente i Papi , e pur credette anch’egli, che quelle Città follerò nell’Efarcato, come molhai altrove. S’ingannò infieme cogl’altri; anche quello lo dilli: mentre elle appartenevano alla eredità di Matilde , la qual cofa non può negarli , fe non fi mollra che erano Feudi Imperiali, e che o Matilde , o i fuoi Antenati n’ avevano avuto la inveflitura. L’Autore però s’accorge molto bene, che il Documento è contro di lui: perchè Lottario non era folo Re d’ Italia, ma coronato Imperadore: nondimeno provvede dappertutto, fin nel Ducato di Spoleto, che era folamente tributario della S. Sede; ma gli flati Pontifici non ofa toccarli. Negli Annali ( an. 819. ) fe n’accorfe : e pensò di falvar la fovranità Imperiale pretefa , con dir che le Città della Chiefa non erano del Regno d’Italia . Ma Lottai-io , torno a dire, era Imperadore. Per foflenere il falfo non vi voglion parole : bifogna disfare i fatti ; tra’ quali recati da me nell’ Appendice al Domini« Temporale, e altrove, quello per mio avvifo è ovidentiifimo.