490 Dissertazione iole : Propur ijlam autem infar,iffimam perverfiiatem renuit ad conventum oc-currere Epijcoporum, vocans illorum Synoòum congregaiionem Afmorum. Fu veramente quel Claudio, Spagnuolo di Nazione, uomo di molto fapere, benché infetto di maffime perverfe ; nè per altra cagione fi può credere, ch’egli con sì difoneilo nome-caricafie i Vefcovi d’Italia, fé non perchè parevano a lui privi di Lettere, e non da paragonarfi con lui nel fa-pere. Certamente niun di effi osò di venire in campo contra di lui; ma ne toccò l’incumbenza a Dungalo Scoto , che allora tenea Scuola in Pavia. Ma qui talun può chiedere , perchè pon più toflo dalla vicina Gal-Jia , che dall’Irlanda , fu prefé» un Maeilro di Lettere. Noi abbiam veduto di fopra, che la (leiìa Gallia abbifognò di ilranieri Maeftri. Nè fi dee tacere una gloria dell’Inghilterra, Scozia, ed Irlanda, perch’ effe in que’ tempi nello fludió dell’ Arti Liberali fopraVanzavano qualfivoglia altro Regno dell’ Occidente ; e ciò particolarmente per cura de’Monaci, i qua- li rifuicitarono, e promovevano in que’paefi l’onor delie Lettere troppo abbattuto o languente nell’altre contrade. O fi a che foife chiamato dall’ Inghilterra, o che accidentalmente in tornando da Roma foiie co-nofciuto da Carlo iViagno Alcuino Albino: certo è almeno, ch’egli divenne Maeilro di quel gloriofo Monarca , fu Prendente delle Scuole ifti-tuite nel Regale Palazzo, ed a lui è dovuta la lode dùaver fatto rifiorir le Lettere nella Gallia, e che ne’ Monifterj e nelle cafe de’Vefcovi fi apriffero Scuole sì per li Monaci, che per li Cherici e Secolari. Par-recipò di tal benefizio anche l’Italia . Imperocché oltre a quel primo Monaco, che Carlo Magno inviò a Pavia, anche Dungalo fu poi fpedito colà. Potrebbe/! nondimeno fofpettare , che il folo Dungalo teneile ivi Scuola; ma e/Tendo flato mandato a quella Città un Monaco circa Y Anno 780. e trovandoli vivo Dungalo nell’Anno 823. non è molto verifi-mile, che per quarantatrè Anni egli in quella Scuola fervide da Maeilro, quand’egli non foife giunto ad un’età ben avanzata. Sappiamo poi di certo , che Dungalo fu Scoto, e Monaco ; anzi fu caro allo fleiìb Car- lo M. e da lui molto filmato . Nello Spicilegio del Dachery fi legge una fua Lettera, fcritta a quel Monarca nell’Anno 811. avendolo confutato effo Auguilo intorno ad un FccliiTe veduto nell’ Anno precedente da "Waldone Abbate di San Dicnifio di Parigi. Quivi fi leggono le ieguen-ti parole, non poco indicanti, ch’egli le ieri ile in Pavia, in ifla Terra, in quo Nunc , Deo donante, Tranci dommantur, ab initio Mundi talli Iicx, & talis Princeps , numquam vifus ejì, qui Jic ejfet fortis , fapiens, & religio-fis, (icut nojler Dominus Augujlas Karolus . Portò dunque Dungalo in Italia qualche guito della Letteratura Scotica. Fui anche io il primo ad oiTer-vare , che Dungalo donò buona copia di Libri all’ antichiffitfio Moniitero di San Colombano di Bobbio, de’quali poi paifarono le copie in altre parti d’ Italia. Gl’inediti Poemi di San Paolino, eh’ io giovane diedi alla luce, vengono