Quarantesima; 441 Anche a Drogone Arcivefcovo di Metz* e fratello del medeiìmo Lodo-vico Pio, fu porto l’iTpitaffio, riferito dal fuddetto Du-Cheihe. » CONDITVR HOC BVSTO PR^ESVL DROGO MARMORE SCVLPTO, SPIRITVS IN REQVIE L-&TVS OVAI ABRAiLE &c. In oltre nel Monirtero Lauresbamenie tuttavia ti mira il Sepolcro di Taf- filone Duca di Baviera, abbattuto da Carlo Magno, co’feguenti veriì. CONDITVR HAC FOVEA, QVAM PIE CHRISTE BEA, TASSILO DVX PRIMVM, POST REX, MONACHVS SED AD IMVM. IDIBVS IN TERNIS DECESSERAT ILLE DECEMBRIS. Ma perciocché fi può dubitare, che più tardi fieno flati podi al Sepolcro fuo tali verfi: ne daremo de’più certi. Gafparo Barthio Lib. 32. Cap. 12. Adverfar. rapporta da un MSto un Ritmo di Erinfredo Monaco, il quale vixit Anno DCCCVI, ut Vita ejus tejìatur . Eccone due fole Strofe. Felicitatis regula Hac fine Jemper confliùt. Ad puntta cum venit fua ; t In fe voluta corruii. Qucecumque vita protulit Ambigua, lata, trifila; Quocumque fe fpes ex tuli t, Infida, dura, credula &c. Fu fpezialmente in ufo allora il dividere in due membretti il Verfo, e quivi far Rima. Diede alla luce il fovente nominato P. Mabillone all' Anno 827. ne gli Annali alcuni verfi di quel tempo, de’quali prendo i foli primi. Ebo, Remenje decus, Prccful, Pafiorque corufcus, Dottor Evangelicus, prxcelfi Rsgis amicus , Hunc in honore Dei, Petrique in honore beati Librum jujfit agi, plenus fpiraminis alti &c. Cosi nel Mufaico tuttavia efirtente nella Bafilica Ambrofiaaa di Milano che il Puricelli ragionevolmente rtima formato circa l’Anno 835. fi legge il feguente Tetrartico. MARTINVS MORITVR, SED VIT^E DONA MERETVR : TRISTATVR MVNDVS , ADIVBILATQVE POLVS . * MORS SVA DIGNA BONO FERTVR CELEBRATA PATRONO, SPIRITVS AMBROSI DVM FAMVLATVR IBI. Piiferifce il iuddetto P. Mabilione ne gli Annali Benedettini all’Anno 872. i Verfi di un Monaco Elnonenfe comporti nell’855. con pari confidanza di voci. Vedi anche le Formole XIV. e XV. Tom. II. ' Capitolar, del Baluzio pag. 565. non già Formole., ma due Ritmi contenenti una gran barbariep e forfè guaiti da gl’ignoranti Copifti. Feci io di fopra mea-