Dissertazione feptimam . Abbiamo da Vairone, Dionìfìo Halicarnaffeo, Macrobio , ed altri, che non (blamente erano in ufo i Mercati della Settimana, ma anche le Nundine, oggidì Fiere ( dalla voce Fena, adoperata da gli deffi antichi Scrittori ) che erano Mercati più foJepni, itabili in uno o più giorni fidi dell’Anno. Seguitò il nome di Fiere predo i Criftiani, perchè aneli’effi cominciarono a tenér quede pubbliche adunanze per traffico ne’ giorni Feriali di qualche Santo, e fino nelle Domeniche: codume per a!-tro poco lodevole, che non s’è mai potuto fminuire , non che sradicate in Italia. Certamente 5 oltre ad alcuni Concilj , Carlo Magno nella Legge 140. fra le Longobardiche, affinchè non fi pregiudicad'e alla venera-zion della Domenica , ordinò , ut Mercata & Piacila a Comitibus ilio die prohiberentur. Così Lodovico II. Augufto nella Giunta II. alle Leggi Longobardiche Par. II. del Toni. I. Rer. Ital. comandò , ut omnis homo nul-las audeat operationes, Mercationesque peragere , prceter in cibahbus rebus pro itinerantibus. I Mercati oggidì fi fanno fra la Settimana. M i niuna Legge o pena ha potuto finora rimuovere le Fiere folenni dalle Feile : così profonde fon le radici di quefta confuetudine. Diffi, che alle Fiere de’ Criftiani diedero 1’ origine i giorni Natalizj , o fia le Fede de’Santi. Concorrendo a quelle folennità gran copia di Popoli , trovavano i Mercatanti il conto loro in efporre le loro merci, e venderle: il che dura tuttavia. San Bafilio nel Lib. Regul. fufius dijput. Reg. 39. e 40. fa nel Secolo IV. di Cri.do un’ interrogazione: De Nundinis illis, qua in Sanclo-rum celebritatibus habentur, quid ? Ripruova tali Fiere quel fapienciffimo Vefcovo. Caffiodoro anch’ egli nel Lib. Vili. Epid. ultima ci fa fapere , che una gran Fiera di molti Popoli fi faceva nella Lucania ad Natale Sancii Cypriani, E Gregorio Turonenfe Lib. I. Cap. 32. de Gloria Mariyr. fcrive, che nella Città di Edeffa , adveniente Feßiviiaie Sancii Thonie Apo-floh, colà concorrevano un’incredibil folla di varj Popoli per loro nego-zj , a’ quali vendendi, comparundique per^riejinta dies , fine ulta telonei exa-chone, licentia datur. Truovafi la medefima confuetudine ne’ Secoli fufie-guenti. Nell’Anno 1105. effendo date trovate in Milano alcune facre .Reliquie nella Chiel'a di Santa Maria in Porta , il Clero di Milano ( come s’ha da Landolfo juniore Cap. 22. della Storia da me pubblicata Tomo V. Rer. Ital. ) idituì un dì folenne di Feda da ollervarfi in perpetuo VII. Idus Maii tanquam in die Refurrcclionis & Nativitatis Domini N. /.» Ch. Quo eùam die ad fiequentationem folemnitatisßatutum eß, annuale effe Mercatum , & omnibus venientibus ad hanc folemniratem vel caußa Otalionis , vel cauffa Merxandi, & redeuntibus , ßabihta eß ab omm Civitatt firma & inviolabilis Trevia ( cioè Tregua ) oclo dies ante, & oclo dies pofi Fe-fium. Cosi Adelberto Vefcovo di i’ergamo nell’Anno 902. concedette a’ fuoi Canonici Mercatum , quod irt Feßo beati Alexandri Martyris annua-Jiter pMplìcz CQadunaxicne homimtm, lonffuiquìs euatn e partibus advememium fit.