37i Dissertazione muta di alcune Decime fatta da A^o VI. Marchefe cC Efle con Gerardo Vefcovo di Padova , e i Canonici Regolari d’ Elle . Sembra ancora, che ì Romani Pontefici non difappravallerò quello paifaggio di Decime ne Secolari. In uno Strumento Lucchefe dell’Anno 1064. fi legge: Mani-fejlus fum ego TVaifredus Comes fìho bone memorie Arringhi y qui fuit (ìmul Comes , quia tu Alexander Sanale Remane Ecclefìe Prefui & Lucenfis Epif copus per Cariala Livellano nomine, ac cenjum & perfolvendum dedifli mihi &c. Fra varj Beni fono ivi regiilrate varie Decime. Altre limili Carte d’elfo Papa Aleflandro , come Vefcovo di Lucca ho veduto . Oltre alle Decime fi truovano anticamente nominate le None. Fra le Leggi Longobardiche Par. II. del Tomo I. Rer. hai. la feifantefima di Carlo Magno ha quelle parole : P rcecipimus ,. ut quicumque de rebus Ecclefìcfìicis ka-cent, pleniter fecundum morem regionis Nonas & Decimas ad ipfas Eccle-fias donent. Reila tuttavia nella Lingua Franzefe Donare lignificante Da-re. Leggefi parimente nella 156. del medefimo Augnilo: De rebus Ec-clefiarum , un.le nunc cenfus exeunt, Decima & Nona fini folutee. Qualfi-vogìia terra, polla nella Dioceii, pagava al Vefcovo, o pure al Parroco nella fua Parrocchia, fecondo la diverfità de’paefi la Decima di tutti i frutti. Ma chi riceveva terre proprie della Chiefa a coltivare, fi crede , che oltre alla Decima comune pagafle la Nona parte di quella rendita alla Chiefa diretta padrona. Però col nomedi Quarte, da noi fo~ pra vedute , forfè pare che perla ileiTa ragione s’abbia da intendere la quarta parte de’frutti. In una Convenzione fra Niccolo Marchefe d’Efle Signor di Ferrara &c. e Tommajo Perondoli Arcivefcovo di Ravenna dell’ Anno 1421. per la Terra di Argenta fi vede, che il Marchefe concede ad elio PrelatoDecimam, & jus decimanòi totam Villam Paviolce &c. Quod fi contingat, ex dicla Decima &c. folvi ai ¿quod Quartefium , vel Qu aria m Decimarum ali cui Eccbfia &c. Noto è pofcia a qualunque Erudito , che abbia conofcenza de gli antichi Canoni, che gli Iteffi Monaci erano coftretti a pagare la Decima de’loro poderi al Vefcovo , ovvero alle Chiefe Parrocchiali. Ma quella per lo più i Prelati per motivo di Religione , ed acciocché i Monaci foilero più diipoili ad efercitare 1' ofpi* ralità verfo i Pellegrini e Poveri, loro la foleano rimettere . In una Caria dell’Anno 1144. noi troviamo, che Bellino Vefcovo di Padova concede al Monili-ero de’Canonici Regolari d’Elle le Decime della Scude-feia in fufeeptione Pauperum & Hofpuum, con aggiugnere : Nam Quariam ponìonem , quikus compent , refervamus Ecclefin . Ecco di nuovo ipiegato, che fignificailero le Quarie. Nella Differtazione fuiTeguente vedrà il Lettore , quanto una volta gareggiaffero i Monaci, Canonici, ed altri Ec-cleiTaftici per albergare i Pellegrini e Poverelli. Talmente a quell’atto di Carità attendevano, che in certa maniera rifervavano a quello fine la Decima della loro rnenfa, come fi raccoglie da alcuni Documenti del Bollario Calinenfe . Ma