Quarantesima." 419 Da quefto-principio adunque fi venne a formar la Poefia, perchè primieramente alcuni Popoli ( o Ebrei, o Greci, o qualunque altro: che quefto non importa al proposito ) allorché fi facevano facrihzj, nozze, conviti, ed altri tripudj ed allegrie pubbliche o private, cominciarono ad unir la voce e il Canto col fuono delle Tibie e Cetre, ufando qualche compofizion di parole, nelle quali fi udiva un certo Concento, o fia Ritmo, a cui corrifpondeva e teneva dietro un altro fimile. Ma niuoa o almen poca cura fi aveva allora alla brevità o lunghezza delle Sillabe, baftando il formare quella corta orazione con qualche conformità di parole, dalle quali fpuntafle qualche concento e un paco di Mufica. Cominciò a chiamarli Verfo quella breve ftruttura di parole, formata non già dalla meditazione, ma all’improvvifo prodotta dalla forza dell’ ingegno, come anche oggidì fi pratica dai Ruftici, che fanno de’Verfi al modo loro. E tale fu l’origine della Poelia. E perciocché nell’orecchio ed animo de gli uditori da ciò era prodotto diletto, Uomini dotti pofcia perfezionarono quella imperfetta maniera di Verfi, inventando migliori forme di ftruttura, e con adoperare un’efatta mifura di piedi, ed oiTervare runiformità nell’ufo delle Sillabe lunghe e brevi. I primi ver-11 furono appellati Rhythmici, i fecondi Metrici. Il perchè Santo Agolli-no ebbe a dire nel Lib. III. Cap. z. de Mufica. Quocirca omne Metrum Rhythmus ; non omnis Rhythmus edam Metrum ejl. Per efempio ne’verfi di Omero e di Vergiiio non folamente fi truova il Ritmo , cioè un certo armoniofo nel legamento delle parole, ma anche il Metro, veggen-doiì ivi oiì’ervata una tal mifura di iìllabe e di tempo , che o cotti il Verfo di parole brevi o lunghe, fempre ogni Efametro viene a contenere ventidue tempi. La medefima proporzione fi offerva nell’altre fpecie di Verfi. Ma ne’Verfi Ritmici non fi bada a brevità o lunghezza di Sillabe. Rhythmo intifferens ejl, fcriveva Quintiliano Lib. IX. Cap. 4. Da-clylusne ille priores habeat breves , an fequentes. E però il fabbricator di Ritmi muno fcrupolo avea a valutare Macula, Canimus, Rudlans &c. come fe folle un Dattilo, baftando a lui, che tali voci rendettero un fuono fimile al Dattilo. Chi in fatti colle fole orecchie giudica di quelli, poco o niun divario fente fra il loro fuono, che pure fi conofce dal Metrico Poeta. Con qual arte o pulfazion della voce gli antìcfci Greci e Latini diftingueffero la brevità o lunghezza fpezialmente de’bilììllabi, con-fclTo io di non faperlo; perciocché indarno io ora cerco, qual diverta fuono v’abbia tra Mala, cioè cofa cattiva, e Mala lignificante Póma, o Guancia, parendo a me lo Hello nell’una e nell’altra voce, benché fecondo la Profodia fi tenga per differente. Pertanto due forte di Poefia furono una volta in ufo ; l’una antica ed ignobile,- 1' alrra^nobile, e folamente coltivata da’dotti . Quella Ritmica , e quella Metrica veniva .appellata. Ma fi dee principalmente D d z offer-