404 Dissertazione vincere i Vefcovi acculati di Simonia. Celebratiffimo per quefta cagione divenne Pietro, pòi fopranominato Igneo, Monaco di Vallombrcia, e promoiTo alla facra Porpora, e al Vefcovato di Albano. Pretendendo una parte del Popolo Fiorentino, che Theu^one Vefcovo folle flato Si-moniacamente eletto a quella Chiefa , per ordine*di San Giovanni Gualberto fu aliata nell’Anno >067. una gran catafta di legna, con lafciar-vi ne! mezzo un fenderò largo un braccio, per cui potette pattare un uomo. Per colà entra l'intrèpida Pietro, e patta iliefo per le fiamme: laonde il Vefcovo fu creduto da quell’evidente prodigio convinto di reità . Vedefi narrato il fatto ne gli Atti di San Giovanni Gualberto , dal Villani,, dal Baroni©, Ughelli , ed altri. Non minor fama fi acqui-ftò il Giudizio del Fuoco, allorché Liprando Prete Milanefe fi efpofe al medefimo nell’Anno 1102. per far conofcere alzato SimAniacamente alla Cattedra Archiepifcopale di Milano GroQulano . Se ne legge il racconto nella Storia Milanefe di Landolfo iuniore Cap. X. Tom. V. Rer. Ital. Tuttavia non così profperamente pafsò quella faccenda ? che fi tenette da tutti per miracolosa. Perciocché, come narra quello Storico * quia ignis manum Presbyteri , in projiciendo aquam & incenfum fuper igne ni, tcefit; & quia per equi Johannis de Rande nudum Presbyteri pedem de igne exeuntis dure calcavit: turba trìflis de cafu 6’ ruma Grofjulani , in Presbyterum & ejus legem pojl paucos dies fcandahzavit &c. Sarebbe anche da vedere , fa fof-fe pollìbile, che entrando 1’ aria impetuofamente per quel fentiero lafciaf-fe libero il paffaggio per le fiamme . Similmente con dubbìofo ed incerto faccetto tentata fu la medefima fperienza da Bartolomeo rozzo Cheri-co nella fpedizìone della Crociata ver-fo Gerufalemme nell’Anno 1098. per provare, che la Lancia trovata in Antiochia, era la fteffa, con cui fu aperto il collato del .divino nollro Redentore. Per Igaem tranfìvit ( fono parole di Guglielmo Vefcovo di Tiro Lib. VII. Cap. 18. della Storia ) quantum Populo viòebatur, i!lafus. Ma dipoi fu meda in dubbio la cofa. Nam il le idem infra paucos dies vita decejjit. Cujus accelerati obi-tus occajlonem , quum homo fanus & vitalis prius videretur,. quidam affere-bant tentatum incendium . Alti vero dicebant , quod ab incendio fanus eva-ferat & incolumis ; fed egreffum ab igne turba cauffa devotionis ìrruentes op-prefferant & contriverant. Riccardo Cluniacenfe , la cui Storia ho pubblicata in quell’ Opera, aggiugne: Populus volens eum tangere , rei de vefiimen-to ejus aliquid acci pere , fecerunt tria vel quatuor vulnera in ejus cruribus , abfcindentes de carne , & pmnam dorfi ejus confringentes, crepuerunt eam . Quel che mi fa llupire fi è, che non effendofi per qualche Secolo di poi ufato quello terribile (perimento , etto venne propello da uomini Religiosi in Firenze fui fine del Secolo XV. e conienti in etto aache Girolamo Savonarola , uomo non meno per la Pietà che per la dottrina celebratiffimo. Perchè non fi effettuaffe tal pruova, può vederfi pretto il Nardi, Gian Francefco Pico, ed altri Storici. Qui’