86 Dissertazione Anno 798. Ne abbiamo il Mufaico ben rapprefentato dalPAIemanni de Letterari, P ineùn. Cap. 1 2. e dal Pagi nella Crii. Baron. all’ Anno 796. Mirai! ivi l’Immagine di San Pietro, a’ cui piedi (tanno Papa Leone, e Carlo Magno Re de’Franchi, non peranche lmperadoie. Se badiamo all’Alemanni, ivi è fcritto: BEATE PETRE DONA VITA LEONI PP. E'BICTORIAM CA-jRVLO REGI DONA. Ma il Chiariliìmo Moniìgnor Ciampini Par. II. Cap. 21. Veter. Monum. dandoci un efatto conto di quel Mufaico , non altro lede ivi fe non BEATE PETRVS DONA VITA LEONI PP. E B1CTORIA &c. Pertanto a poco a poco negli antichi Secoli s’andò mutandola Lingua Latina ; e quanto più da i tempi d’efla s’andò allontanando, tanto più crefceva. la Lingua Volgare; quantunque quella forte in bocca di tutto il Popolo , pure 1 Letterati , e tutti i Notai feguitavano a fcrivere il meglio che fapevano le Storie, gli Strumenti, e tutti gli Atti della Religione . Credevafi dovuta queila venerazione a quella nobiliffima Lingua , che la Chiefa Romana, e tutte 1’altre di Occidente aveano in certa maniera renduta facra. Si aggiugneva un altro motivo di gran pefo , che dura tuttavia, cioè 1* edere mtefa e praticata dalle più colte Nazioni dell’ Europa talmente che fcrivendo uno in Latino , faceva intendere i fuoi fentimenti anche a tutte le genti itraniere , lludiofe di effa Lingua: co-fa che non accadeva a veruna delle Lingue Volgari allora, e nè pure adedb . Che fe i Vefcovi predicavano al Popolo , di effa Lingua Latina lì fervivano, fe non che finalmente s’introdurti il coftume di (piegare la ilefla Predica in Lingua Volgare. Nella Par. I. Cap. 36. delle Antich, Eitenfi io pubblicai la confecrazione della Chiefa del Moniftero Eilen-le delle Carceri , fatta nel 1189. Allora Gotifredo Patriarca di A-quileia recitò un’Omilia Latina , che fufTeguentemente Gherardo Ve-feovo di Padova efpofe al Popolo in Lingua Volgare. Cum prcediclus Patriarchìi ( cosi ivi fi legge ) Litteraliter fapienter p ree die affé t , 0 per eum ( cioè prò eo ) prceòtclus G/ierardus Paduanus Epifcopus Matirnaltter ejus p ree dicano nem explanaffet, & populum ibi jlantem amonu'ffet &c. Ecco quanto forte tuttavia onorato il Linguaggio Latino . Ma i ntanto non fi sa ben capire , come dopo il Mille fodero intefi dal Popolo i Sermoni e le Epiftole Latine, che reftano dique’iempi. Per efempio , come feri de San Pier Damiano Lettere Latine a fua Sorella, ad alcune Vergini facre, e ad altre Donne? Converrà credere, che quelle ftudiaffero allora il Latino: altrimenti non le avrebbero intefe ; o pur le le faceano fpiegare da chi era intendente di quella Lingua. Abbiamo anche i Sermoni de'San-ti Francefco , Antonio, Bernardino , ed altri in Latino. Furono fenza dubbio recitati al Popolo in Volgare, e poi dovettero edere tradotti in Latino. Così abbiam le Lettere del Petrarca a tante perione. Chi non avea ltudiaro il Latino, dovea ricorrere a qualche Interprete. Ma finalmente arrivò la gente difingannata a rompere i ceppi, che avea