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auale per atteftato della Cronica Turonenfe all’ Anno '1066. gl’inventò. Certamente la fteifa parola Torneamento , tratta da tourner, conferma tale opinione , oltre a Matteo Paris , che all’Anno 1 179. chiamò eiTiToi> nei conjìtcìus Gallicos. Ottone Friiìngenfe nel Libro I. Cap. 17. de GeJÌ. Frid. nomina Tyrocinium, cioè della Milizia, quei vulgo nunc Turnici-mentum diciiur. Quello , che facevano una volta 1 Soldati Romani in tempo di pace, e ciò che poco fa abbiam veduto del Re Teoderico, pare che fieno ilati un abbozzo di quefti militari Giuochi, i quali fi fanno da fchiere di Cavalieri armati , che formano varj giri co’lor cavalli, e fi ferifeono con Lancie e fpade fpuntate ed ottufe . Tuttavia anche con armi alle volte aguzze , e a guifa fn certa maniera di nemici , fi facevano tali Giuochi, così che non finiva quaiì mai la faccenda , che coi follazzo quafi fempte s’intrecciava la morte di qualche peifona nobile: giacché folamente da i Nobili fi facevano quefti Giuochi. Perciò nel Concilio Lateranenfe II. Ecumenico dell’Anno 1139. al Canone 14. in quello di Rems del 1148. al Canore 12. e in molti altri Concilj, furono di mano in mano proibiti tutti i Tornei, cioè quelli, da’ quali potè« provenire la morte di uomini. Ma indarno fi oppofero a tal coftume i iacri Canoni , perchè sì alte radici avea effo fatte , che non fi potè sradicare . Anzi l’adottaioro i circonvicini Popoli, quafi mezzo proprio per far conofcere la loro deftiezza e bravura . In che tempo s’introducef-fero in Italia i Tornei, è cofa incerta. Fois’anche furono in ufo fra noi molto prima di quel che fi credano gli Scrittori Franzefi . Lorenzo Ver-ner.fe o Veronefe, che nell’Anno MCXV. fcrifie il Poema de Bello Ba~ learico Tom. Vi. Rer. Ital. loda colle feguenti parole Ugo Vil’conte Pifano .
             At vice qui Comitis Pifana prcefìdet Urbe Hugo , militici cui prabent jingula laudem ,
             Agmirie qui toto vitam fervavit hcnejlam,
            Haflarum Ludis, & curjibus ufus e quorum ,
            Ac proponendo vincenti prcemia curfu.
Benché quefto fi pofTa interpretare follmente di que’ Giuochi, che noi chiamiamo Giojire , tuttavia non è inverifìmile , che vi fi parli anche di Tornei, al vedere unito irfieme il Giuoco delle Lancie, e il cotfo de’ cavalli . Nell’Anno 1158. come racconta Radevico Lib. II. Capo 8. de Gefì. Frid. Aug. Cremonenfes Placentinorum mihtiam ad ceriamèn provocare-rum , quod modo \uigiis Turneimentum vocant ; ibique hinc inde ahqui cuciati, aliqui capti, quidam cccìfi Junt. Ma fcpra tutto nel fufleguente Secolo fi ctftumarono tali finte battaglie in Italia, da che Cario I. Conte di Proverza ntlPAnno 1166. conquiftò il Regno di "Napoli e Sicilia. Incredibile era in qutfto Principe l’affetto a quefti Giuochi, eia peri-JDiJf. hai. Tom. 11.	A 3	zia