[2 8. vii. 18] « Food Council » >33 culture sperimentali per cereali nei dintorni di Londra. L’Inghilterra vorrebbe tornare agricola! La nostra delegazione commerciale e la nostra missione militare hanno riunito la sera intorno all’ambasciatore Imperiali, a Nitti ed a me, la parte più eletta della nostra colonia londinese. Abbiamo pronunciato nuovi discorsi, e siamo stati assai festeggiati. Regna fra gli italiani la più simpatica fraternità ed il senso di una grande ascesa nazionale dopo la certa vittoria delle nostre armi. 28 Luglio. Domenica inglese. Nitti è partito, avendo esaurito la sua missione; io devo ancora rimanere per assistere a svariate sedute. 29 e 30 Luglio. In due lunghe sessioni il Food Council esaurisce finalmente i suoi lavori. Ma i colloqui privati con le più alte autorità militari e con quelle dei trasporti completano l’opera degli esperti e la realizzano. 31 Luglio. Ora che i rispettivi esperti hanno messo in carta tutti gli accordi presi dal Food Council, che riguardano i più svariati generi di approvvigionamenti, il quadrumvirato Hoo-ver, Clynes, Boret e Crespi, riunito in Consiglio interalleato degli approvvigionamenti alimentari, provvede a renderli esecutivi. I quantitativi di grano che l’America dovrà consegnare dal i° settembre 1918 al 31 agosto 1919 sono fissati come segue: all’Italia 3 milioni di tonnellate; alla Francia 2,8; all’Inghilterra 5 milioni. L’importazione totale di cereali necessari all’Italia è stata fissata in 3, 4 milioni di tonnellate e l’importazione totale di derrate alimentari in 4,2 milioni di tonnellate. Bisogna fare economia e spingere al massimo le culture nazionali, onde poterci accontentare