yz Dissertazione atrio della Cattedrale di Lucca incifo in marmo il Giuramento, quod Cambiatores & Spedarli omnes ijlius Curtis tempore Rangerii Epijcopi fece-runt , ut omnes homines pojjìni cum-fidudm cambiare , & vendere , & emere. Cioè giurarono: Quod ab illa hora in antea non jurtum faciant, nec trec-camentum, aut faljitatem &c. Sunt etiarn infuper qui Curtem ijìam cuftodiunt, & quicquid male faclum fuerit, emendare faciunt Anno Domini MCXI. Qui (blamente fi veggono nominati Cambiatores & Spedarli. Col primo nome fon difegnati i Banchieri y nelle Scritture barbare Campfores. Coll’altro non s'hanno già da intendere gli Spedali, chiamati già Seplafani, o Aroma t arii, ma chiunque vendeva Specie di ogni altra merce. Preffo gli antichi Species fi dilhnguevano dall’oro e dall’argento. Qui Treccamentum fembra adoperato per Tricamemum, cioè Imbroglio, o Furberia , come Nonio Marcello efpone la voce Tricas. Vengo ora alla Mercatura, e a i Mercatanti. Niun tempo polliamo immaginare, in cui qualche commerzio non ila (lato fra gl’balani , e i Regni confinanti, e maiìimamente colle Nazioni Orientali. Imperciocché dall'Oriente fi portavano gli Aromi, e varie tele e panni , e bambagia, ed altri naturali, che qui non fi poteano fperare. L’Italia poi inviava ne’paefi Settentrionali vino, olio , e diverfe manifatture. Come folle efer-citata la Mercatura fotto i Re Longobardi, non fi'può conofcere. per la fcarfezza delle Memorie. Ma fotto i Franchi divenuti padroni dell’Italia, ne abbiamo de’chiari veitigj. Fra le Giunte alle Leggi Longobardi-che pag. .2.14. Par. II. del Tomo I. Rer. Lai. io produili un Capitolare di Carlo Magno de Negotiatoribus , qui parnbus Sclavorum , & Avarorum (oggidì Ungheri ) pergunt, quoufque procedere cum fuis negotiis debeant. Quello riguarda la Germania, (iccome ancora pare, che fi cavi da altri Capitolari del medefimo Carlo. Ma non fi può non intendere, che non meno gl Italiani doveano in que’tempi attendere allo fmaltimento delle loro merci nelle Provincie Oltramontane. Anzi faceano eflì buon commerzio anche per m ire. Ne gli Annali Bertfniani all’Anno 820. fi legge: In Italico- mari oclo Naves Nego t iato rum de Sardinia Italiam reverten-lium a pyratis capi ce ac demerfee funt. Sembra verifimiie , che andaffero innanzi a gli altri nel negozio per mare i Veneti, o fia i Veneziani . Perciocché quantunque nel Secolo Sefto di Cnlio per gli abitatori di quelle Ifole in Salinis exercendis tota contenuo efftt, & inde eis fruclus- omnis enafeeretur , & paupertas ibi cum divitibus jub equalitate conviveret , come fcrive Caiìiodoro Lib. XII. Epift. 24. pure nel progreffo de i tempi quell’ indullriofo Popolo talmente fi addellrò alla Mercatura, che quafi folo portava io Italia ciò, che di più preziofo nafeeva , o fi fabbricava in Oriente. Per atteitato del Monaco di San Gallo , le cui parole recai di fopra nella DilTertaz. XXV. mentre Carlo Magno dimorava in Italia, i Tuoi eobiii Cortigiani modo de Papia veneram a ad quam nuper Ventrici de Trans- marìnis