Trentesimaseconda.' 71 defimo Articolo di unità , cioè Ein , Eine, Uno , Una , propagato alle altre Lingue Occidentali. I fogni ancora de'Cafi pensò il già Sig. Uberto Benvoghenti , che fodero per neceffità introdotti nella noilra Lingua ; peichè mancando effa di declinazione e diverfità di cafi, fe non li fof-fe aggiunta qualche particella diftintiva di un cafo dall’altro, ne nafce-rebbe non lieve confufione nel Ragionamento . Segni tali de i cafi gli ha preli la Lingua noilra dal Latino Ad , Ab , De , onde fono venuti A, Di, De, Da-, forfè ancora in parte dalla Lingua Tedefca . In una Carta originale di Lucca fcritta nell’ Anno 777. fi legge Regnarne D. N. Carolo Francorum Rege & Longobirdorum : Anno Regni ejus in Dei nomine quod Langobardiam cepit, Quarto , Kal. Julias , Ind-clione Quartadecima . Ideo ego Magnari fiìius Magnenii havitator in Paterno offero adque cedo a Deo omnipotenti, & ab Ecclcjia Monajierii beati Sancir Reguli Martiris C hrijli , ubi corpus ejus requiefcit in loco , qui dicitur W'aiòo &c. Offervifi offero a Deo onnipotenti , & ad Ecclejia &c. Vi fi fente il nollro volgare : Offro a Dio ommpotente, eallaChieja. Cosi, il Da bene fpeifo s’incontra nelle vecchie Carte. 11 Cum diventò Con. In una antichiilima Ifcrizione Romana prelTo il Torrigio Part. II. pag. 457. delle Grotte Vaticane fi veggono quelle parole: LOCVS SER1NI SVBD. REGI, (cioè Subdiaconi Reaio-naru ) QVEM COMPARAVIT AB JSPECIOSA ABBA (cioè da Spe-cioja Badeffa) CON TVTA CONGREG ATlONE SVA. Si cffervi già mutato il CVM in CON, e il Latino TOTA in TVTA; e antepoilo un I a Speciofa , come s ufa da’ Tofcani per togliere l’incontro duro delle Confonanti. Così le voci Latine a poco a poco differentemente pronunziate , vennero col tempo a collituire una novella Lingua. Del che abbiamo un altro efempio nelle Leggi Alemanniche Cap. 45. Tom. I. Capitular. del Baluzio, dove fi legge paufare arma [ua jojum. Ora diciamo: Pujar giù le fue armi. Antico vocabolo Latino è Paufare per Que-tarji, che il Volgo poi fece tranfitivo. In oltre il Voifio e il Du-Cange notarono , che la parola Jofum ( onde il nolìro gìufo , giù, © il Lombardo £Ò) fu adoperata da Santo Agoilino , da Notkero , dall’ignoto Cafinefe , e da altri. Ch’ effa venga dal Latino Deorfum, fu fentimento del Menagi© ; ma non par verifimile. Seguitavano, ciò nonoftante, gli antichi Italiani a chiamar Latina la loro Lingua. Paolo Diacono Lib. V.Cap. 29. de gejl. Langob. parlando de’ Bulgari trasferiti nel Ducato di Benevento a’ tempi di Grimo-aldo Re , fcrive : Qui ufque hodie, quamquam & Latine loquantur, Lingua, tamen propria ujum minime amiferunt . Chiama Latina la Lingua che allora fi ufava in Puglia : il che anche dopo qualche Secolo fembra detto da Ottone Vefcovo di Frifinga Lib. II. Cap. 13. con attribuire a i Mil-ineiì Latini fermonis elegantiam ; anzi praticato fu quali in quelli ultimi Secoli da Dante , dal Petrarca, e dal Boccaccio, i quali appeiiaro- E 4 ' no