Quarantesimaterza. 495 fuiffe Vifciplinis imbutum. Non decadde mai ne’vecchi Secoli Criftiani l’onore deile Lettere fra i Greci, e quali in ogni rempo quella Nazione diede lodevoli Scrittori e Libri. Vero è, che talvolta mancarono Scuole e Maeilri ; ma non perciò veniva meno lo iludio ne i Moniller)-, e Barda Celaré nell’Anno 859. con mirabil attenzione rimife in elfere lo itudio di tutte le Scienze in Collantinopoli ; e lo fteffo parimentè efeguì Collantino Porfirogenito Augullo nell’ Anno 956. Co i Greci vicini , e talvolta Padroni, gran commerzio tenevano i Napoletani, e non poco anche i Beneventani. Perciò*l’Anonimo Salernitano ne’Paralip. dame dati alla luce nella Par. II. del Tomo II. Rer. Ital. Cap. 124. fcrive, che in Benevento fiorivano le Lettere, e che circa 1’Anno 870. trigin-ta duos Philofophos eam Urbem habuiffe , ex quìbus unus infignis, Ildericus nomine, inter jìlos dcgebat, non folum Liberalibus Difciplinis apprime imbu-tus , Jed edam probe virtun dediius. Rapporta anche de i verii di quello Ilderico, tellimonj del fuo felice ingegnj . Qualunque nondimeno fia quello vantaggio, e tuttoché fi polla credere, ch’altri Letterati e Libri a noi ignoti producelfe quell’étà : "pure poco è da dire, conlìdèrate le taute G'ittà d’Italia. Oltre di che que’ pochi Scrittori ancora, che ho accennato , non diedero a conofcere alcun pregio Angolare d’ingegno, nè alcuna riguardevol Erudizione; in una parola , non pacarono la mediocrità. E non è già, che mancafie alle Lettere la protezione, e lo- (limolo de’ Romani Pontefici. Eugenio II. nel Concilio Romano dell’ Anno .806. al Can. 34. fece quello decreto : De quibusdam locis ad nos refertur, non Magiflros , ncque curarti inve niri prò fludio Lìteràrum. Idcirco in univerjls Epifcopiis, jubjeclisque Plebi-bus , & aids locis , in quibus necejjìtas occurreril, omnino cura & diligendo, habeatur , ut Maoìflri & Doclores corijlituantur , qui fi lidia Literarum , Li~ beraliumque Artium, ac fancla habentes . dogmata affìdue doceant . Fu confermato lo ilelfo Decreto nell’Anno 853. da Leone IV. Papa in un altro Concilio Romano con aggiugnere: Et fi Liberalium Artium Prcecep-tores in Plebibus, ut ajfolet , raro inveniantur : tamen divince Scripturce Ma-giflri, & inftitutores Ecclefafìici Ofjxcii nullatenus definì , qui & annuali ter proprio Epifcopo de ejusdem aclionis opere follicite inquieti debeant refponds-re. Nam qualiter ad divinum utiliter cultum aliquis accedere poffit , nifi ju~ fla infìruclione doceatur ? Cioè fi provveggano almeno Maeilri nelle Pievi di villa , che fappiano fpiegare a i Cherici le divine Scritture, e illruir- li a recitare ed elercitare i divini Ufizj. Ma o fu poco oifervato quello Decreto, o pure nelle ilelìe Città , benché vi folTero Maeilri, pochi ne profittavano. Qua e là fi trovava qualche perfona veramente dotta, e non pochi de i mezzo dotti ; ma chi folfe eccellente nel fapere , non Tappiamo mollrarlo . Laonde volendo nello ilelì’o Secolo Nono Carlo Calvo Re di Francia far rifiorire le Lettere nel fuo Regno , come abbiamo