So Dissertazione alcuno mi dimandi, che gli dica, fé nel Secolo Vili. IX. e fuifeguenti per efempio la fleffa Lingua Volgare foffe tanto 1:1 Firenze , che in Siena, che noi troviamo nel Secolo XI11. nè i'e in Napoli, Roma, Venezia, e Milano fi parlaffe anticamente quella Lingua o Dialetto, che ivi ora iì pratica. A me qui mancando memorie, mi convien taceie. Di un certo dotto Franzele abitante in Roma nel Secolo XI. così ieri-veva San Pier Damiano nell’ Opufc. XLV. Cap. VII. Sckolajtice ( a mio credere, Latinamente) difputans, qua.fi Defcripta Libri verba pcrcurnt. Vuìgariter loquens , Romance urbanitaus regulam non offenda. Adunque era creduto in que’tempi affai bello ed elegante il Linguaggio Volgare Romano, divedo dal Latino. Ma quale elio folle, noi iappiam chre . Lo fteffo, che oggidì ? per me noi credo maiìimamente perchè nel Secolo XIII. fi accollava non poco al Napoletano . Ora conliderando la natura delle Lingue, che a poco a poco vanno facendo de’cangiamenti,.fi può folamente penfare , che la Lingua Italiana quanto più fu vicina alla Madre fua Latina , tanto meno ebbe di novità , e meno da ef-fa difeordò ,• e quanto più s’allontanò da ella , tanto più diventò diffo-mighante , non folamente perchè andò ammettendo fetnpre più delle parole ftraniere, ma ancora perchè cambiando le terminazioni , e le forme di dire, prefe un nuovo colore di Lingua diverfa. Arrivò poi que-jfta al fuo flato nel Secolo XIII. come può vederli nell’ Opere a noi ri-mafle de’vecchi Fiorentini, ed altri Tofcani : flato nondimeno , che fi può credere più antico , avveg achè ci manchino Memorie per poterlo provare. Imperciocché non v ha Lingua , la quale non fia arrivata a guifa de’Corpi umani alla fua conhflenza per varj gradi, e non pof-ià mutarli o in meglio , o in peggio, fecondo le vicende, alle quali fon fottopofti i paelì per le mutazioni de’ Governi, e per altre ragioni .'Ho udito perfone dotte di Nazion Germanica, dire, efferfi cosila lor Lingua slontanata da quella che fi ufava nel Secolo Vili, e IX. che anche i Letterati confellano di trovarli non poco intricati a intendere quell’ antica. Truovanfi nel Concilio Leptinenfe nell’Anno 743. alcune Forinole fcritte in Lingua Tedefca; e in effa Lingua ancora abbiamo Parafra-iì Tedefca de’Vangeli, comporta da Otfrido , o più tolto , come altri pretendono , da Notkero Monaco di S. Gallo nel Secelo X. ed altre Opere antichiffime in Tedefco, flampate dallo Schiltero, dal Linguaggio delle quali fi vede molto allontanato il moderno Tedefco. E veramente riflettendo noi alla natura delle Lingue , due offerva-zioni faremo , per le quali faremo condotti a credere, che anche a’tem-pi de’Longobardi e Franchi dominatori del]’Italia, folle la Lingua no-flra, le non diverfa dalla Latina, almeno affai declinata dal tenore della medeiìma. Siccome di fopra avvertimmo, proprio è d’ogni Lingua vivente 1’ effere divifa in più Dialetti $ nè v’ha Regno, anzi nè pure Provincia,