[i2.v.ig] Sdiandra e Saivago Raggi non ritornano 549 vità, che nasconde il suo stato a chi gli sta intorno. Egli agisce, e subito dopo si pente nel suo interno dell’azione compiuta; ne soffre atrocemente, tenta di disfare quanto ha fatto, e passa cosi da una crisi di sentimento all’altra fino alla totale depressione fisica e morale. Ho la precisa impressione che Orlando sia all’inizio di un esaurimento fisico consimile. A colazione, con i coniugi De Martino, discutiamo di questo doloroso argomento. De Martino mi dice che anche Sonnino è stamane abbattuto per gli attacchi subiti ieri da Lansing e da Balfour, e per l’esito negativo di tutti i passi tentati per la risoluzione delle nostre questioni politiche. I giornali attaccano violentemente il ministero, che sta perdendo ogni autorità anche in Paese. Alle 16 vado all’ambasciata a far visita al conte ed alla contessa Bonin, che, vivendo fuori dell’albergo Edoardo VII e in contatto con gli ambienti francesi, sono in grado di dare un giudizio non influenzato dall’ambiente nostro. Con essi discuto della crescente debolezza della nostra delegazione, ormai ridotta a Orlando e Sonnino, perché Salandra e Saivago Raggi hanno fatto sapere che non torneranno più a Parigi, e anche Barzilai si mostra incerto se restare o andarsene. Alle 18 torno da Orlando. Io non posso lasciare i lavori in sospeso. Ho pronta tutta la parte del trattato coll’Austria che riguarda i porti, i fiumi e le ferrovie e devo avere la sua approvazione. Lo trovo in migliori condizioni di questa mattina: la conversazione è animata e conclusiva. Domani presenterò ai Big Four tutta la serie degli articoli. 12 Maggio. Mi sono svegliato all’alba ed ho lungamente riflettuto, a mente fresca, sulla situazione. È evidente che Wilson, offeso atrocemente dalla intemperanza di linguaggio e dagli atti a lui ostili che ebbero corso in Italia alla fine di aprile, irritato per essersi sbagliato in