3 36 Dissertazione Sed neque indìgena: per folita loca teclum, focum , aquam, & paleam hof-pìtibus denegare , aut fua carius quam vicinis audeant vendere . Qui nondimeno potrebbe parere , che vi foifero luoghi determinati per albergar tali perfone . Iti un Diploma di Carlo Calvo Re di Francia dell’ Anno 847. nell’Append. al Tomo II. Annal. Bened. tì comanda , ut ad Hjfpi-tale Pauperum Decimce conjerantur, atque ibi hofpitalìtas regulariter ad tandem Pei exbibeatur tam Divitibus quam Pauperibus . Tuttavia che in alcune Città non mancaflero Oilerie e Taverne, pare che fi polla raccogliere da un paiio di Agnello , che circa l’Anno 840. nelle Vite de gli Arcivefcovi di Ravenna deicrivendo una guerra civile di quella Città, così parla-: Claufa funt Baltiea-, oppdaverunt Cau-pones Tabernas &c. Ma prima converrebbe Capere , cofa intenda ivi A-gnello col nome di Taverne . Ivi certamente fi vendeva Vino ed altri comeilibili ; fe anche ivi fi defle l’ofpizio, non bene apparilce. Nel Concilio III. Turonenfe dell’Anno 813. al Canone 21. fu ordinato, ne Pres-byteri Tabernas ingredianiur comedendi bìbendive caujja. Ammiano Marcellino nel Lib. 28. Cap. 4. della Storia fcrive all’Anno 369. che Ampe-lio Prefetto del Pretopio Statuerat, ne Taberna vinaria ante horam quar-tam aperìretur, neve ad ufque prcefiitutum dici fpatium lixce coclam propo-nerent carnem, vel honefius quidam matidens videretur in publico . Eranvi anche alt^ Taverne, onde i Pellegrini comperavano il vitto , ma fi procacciavano pofeia l’ofpizio nelle cafe de’ privati, che per guadagnare gli accoglievano. L’Anonimo Salernitano ne’Paralipomeni da me pubblicati nella Par. 11. del Tomo II. Rer. Ital. ci fa vedere i Mercatanti di Amalfi., iti nell’Anno 840. a Taranto, Città allora opulentijfima , per liberar dalla carcere Siconolfo Principe. Dum finis, die’egli , diei data finijjet, illi hac ìllac giadiebantur quafi Mauri,