278 Conferenza interalleata per l’agricoltura [12.11.19] soddisfatti. E anche i militari sono soddisfatti. Essi chiedono che la frontiera militare tedesca sia fissata al Reno, sulla cui riva destra sarebbe inibito ogni impianto di carattere militare e sarebbe pure vietata la coscrizione. Faccio colazione con Clémentel, discutendo ed accordandoci pienamente sullo svolgimento dei comuni programmi economici. Poi telegrafo a Roma al ministro dei trasporti De Nava per attivare i transiti nel porto di Genova. Alle 16 mi trovo a sostituire il ministro Riccio alla conferenza interalleata per l’agricoltura. Boret, ministro francese, pronuncia il discorso d’apertura, al quale rispondo enumerando i bisogni dell’Italia, ed esprimendo la soddisfazione dell’Italia di collaborare all’intensificazione della produzione agraria in tutti i paesi ove è stata danneggiata tanto fortemente dalle dure necessità di guerra. La conferenza dovrà stabilire: 1. quali sono i bisogni dei Paesi alleati in mano d’opera per l’agricoltura, bestiame, cavalli, sementi, concimi, foraggi concentrati; 2. quali sono le regioni da cui gli alleati devono tentare di procurarsi la mano d’opera, il bestiame ed i prodotti loro occorrenti; 3. qual è il miglior mezzo per effettuare gli acquisti, e cioè se dovranno essere fatti dai privati, dagli Stati, oppure da un’organizzazione interalleata. Questa conferenza ha per noi grande importanza, perché ci ripromettiamo di collocare parte della nostra mano d’opera agricola, che diventa sovrabbondante in seguito alla smobilitazione, e di ottenere bestiame, cavalli, foraggi e concimi dalla Germania, dall’Austria e dall’Ungheria, in conto riparazioni. Mi assistono Mayor des Planches, commissario per l’emigrazione, l’on. Angiolo Cabrini e il corniti: Coletti, direttore del ministero dell’agricoltura, con altri funzionari dello stesso dicastero. Alle 18 ho un lungo colloquio con Salandra, perché la