Trentesimasettima. 395 conobbe meglio la lode e neceflità. Si aggiunterò ancora Luoghi pii particolari per li Lebbrofi, e per gli aiìlitri dal Fuoco facro : del che ho parlato nella Diirert. XVI. E qui mi ila lecito di ricordare l’Inveftitura di molti Beni, data nell’Anno 1x97. da A^{o Marckefe d' E(le a Livaldo Priore , e a i Canonici dei Moniilero di Santa Maria delle Carceri d’Elle, con obbligarli, ut perpetuo debeant in Hofpitum recepitone, & Injùmorum cura uberioribus eleemofy nis , Jìcut bene pnus & lauòabiliter factebant, atten-tius vigilare. L’ Atto è bensì dell’ Anno 1197. ma cjue’Beni eran flati conferiti a quel Moniilero da gli Antenati del medeiìmo Marchefe Az^o. Costumarono perciò i Sommi Pontefici di accordar Privilegi e ^tl" dulgenze a quelli pubblici edificj della Criiliana Carità, e a i Rettori e Miniilri di effi: del che ho recato un faggio nel Privilegio dato nel 1257. al fuddetto Spedale Sanefe da Papa AleJJandro IV. ScriiTemi ancora il Sig. Uberto Benvoglienti di avere una Bolla di Celeflìno III. Papa dell’ Anno 1198. in cui quello Spedale in alcune cofe viene efentato dal Gius de’Canonici, i quali ne aveano biafimevolmente diflìpati molti fondi. Merita ancora offervazione , che molti de gli antichi Monaci non iò-lamente mantenevano Senodochio contiguo a 1 loro Moniilerj, ma altri ancora ne tenevano in altri Luoghi. Già dicemmo, che il Moniilero di Polirone uno ne teneva anche ne’borghi di Mantova. Cosi i Monaci Benedettini dell’antichilfimo Moniilero Leonenfe, fondato nel territorio di Brefcia, governavano anche un Senodochio di Santo Egidio, pollo ne’ borghi di Modena, del quale non rella ora menomo veftigio. Ma perciocché riufciva fcomodo un tal governo ad effi Monaci per la lontananza, nell’Anno 1175. ne fecero la ceffione a i Benedettini di San Pietro di Modena. Leggeiì in quello Strumento, che Domnus Albertus Abbas Leonenfs Mona ferii invejlivit P resbyt t'um Sichen^onem , 6* Cante-tholum ejus Converfum de Hojpitali Sancii JEgidii, quod eft Jitum juxta. Mutinam, in perpetuum nomine Hofpitalis Sancii Nicolai. Era quell’altro Spedale vicino a una Porta della Città, dove (correva il Canale della Pradella, e ne aveano il governo i Monaci Benedettini di Modena. II Canone annuo da pagarli al Moniilero Leonenfe in Panzano , dove effo poffedeva molti {labili, fu talTato in quattro libre di cera. Nella Carta di donazione fatta i’Anno 996. da Giovanni Vefcovo di Modena a i Monaci di San Pietro li legge: Et domum Hofpitalem habeant, ubi Secundurn Morem, Hofpites de Deumis laborum recipiant. Ecco la taffa di quel che aveano da impiegare ne gli Spedali. Ma tanta copia di Luoghi pii fondati e mantenuti dai Monaci per follievo de’Pellegrini e Poveri, cercatela oggidì; non la troverete: sì grande è fiata la mutazion de’tempi e de 1 coilumi. A i Secolari toccò pofcia il penfarvi, e il provvedere al loro bifogno. Ma giacché s’è fatta menzione del Moniflero Leonenfe, di cui parlai anche nella Difiertaz, XV. voglio qui ricordare, che il P» Ma-