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comparirono molte parole fomiglianti alle noflre Italiane. Carlo Calvo Re allora di Francia formò il fuo Giuramento Teudijca Lingua. Ora ecco le parole dei Re Lodovico. Pro Deo amur, &-pro Chàfiian poblo , & nojìro comun falvamento difi di in avant in quant Deus Javir & podit me donai , fi falva'eio cift meon fadre Karlo , & in adiudha, & in cadauna cofa , fi cum om per dreit fon fradre falvar difi , in o , quid il mi• altre fi fa^et. Et ab Ludher plaid numquam prindrat , quin meon voi ctfl meon fradre Kade in damno fit. Il t’enfo di tali parole in Italiano è quefto : Peramore di Dio , e per bene del Popolo Crifiiano , e per comune falve^a, da quefio dì in avanti , in quantp Dio mi darà fapere e potere , così falverò quefio mio Fratello Carlo , e gli Jarò in ajuto} e in qualunque cofa , come uomo per diritto dee falvare il fuo Fratello in quello, che un altro farebbe a me. Nè con Lothario ( comune lor Fratello) farò mai accordo alcuno, che di mio volere torni in danno di que(lo mio Fratello Carlo . Ecco qual foffe la Lingua Romana, cioè la Volgare de’ Franco-Galli, molto certamente più fom'g'iante allora che adeffò alla noilra Italiana. Anche nell’ Anno 860. trattata fu la pace fra i fuddetti due Re , e il ELluzio rrel Tomo II. pag. 144. de’ Capitolari ne rapporta gli Atti, dove fi legge : Hctc eadem Domnus Karolus Romana Lingua adnuntiavit, & ex maxima parte Lingua Theodfca recapitulavii. E più fotto : Tunc Domnus Karolus iterutn Lingua Romana de pace commonuit . Sicché noi intendiamo, eifere {tato tale nel Secolo Nono il cangiamento dell’antica Lingua Latina in Francia, che già fe n’era formata una nuova ben diverla. Pof-fìam perciò giuftamente credere , che non foife differente allora la fortuna del Latino in Italia, e che talmente foffe crefciuta la corruzion di quello , che ancor qui fi ufaffe una Lingua molto diverfa , cioè la noilra Volgare , benché non ridotta per anche al fegno ch’ella è.
  Ciò’ , che ho detto della Francia , vieti confermato da un’altro tefti-momo autentico, cioè da San Gerardo Abate nella Vita di Santo A-delardo infigne Abate di Corbeia Cap. 8. ne gli Atti Bollandiani al dì 2. di Gennaio. Di effo Adelardo fcrivè egli : Si Vulgati, idefi Romana Lingua , loqueretur , omnium aliarum putaretur infeius . Si vero Theutonica, ehuebat perfecltus ; fi.Latina, in nulla omnino abfolutius. Tefiantur hoc quam-plures ejus Epifiolce. Fede ancora della mutata Lingua Latina in quel Regno farà il Concilio Turonenfe III. celebrato nell Anno 813. vivente tuttavia Carlo Magno. Quivi è avverrito qu.ilfìvoglia Vefcovo nel £an. 17. ut habeat Homilías continentes neceff r.as admoniúones , quibus fubjecii erudiantur &c. Più fotto : Et ut e afa e m homilías qufque aperte transfer re fluòeat in Rufit :am Romanam Lingutm , aut Thtojhcam ¡ quo facilius cuncli poßlnt intelligere quee dteuntur. Lo lleffo vien ripetuto ne! Can. 2. del Concilio di Magonza dell’Anno 847. Sicché per far intendere al Popo-
lo	d’ allora 1¿ 0milie7 cioè le Prediche facre . fu creduto bene, anzine-
ceffa-