iì4 Dissertazione fueverant. Ceteri in Cs.flella'Oppidaque circa Venetiam , quibus fe multo ante tenere erant foliti : Moflero poi nell’ Anno feguente 553. nuova guerra i Goti, perchè fiancheggiati da un forte efercito di Franchi; ma il vigilante Narfete gli oppreffe tofto , e tutti quelii, che trovò armati contro disè, ne iterum rebellarent, omnes ad Imperatorem By^antìum mißt. Tutto il retto , che non avea prefe 1’ armi , feguitò a vivere quieto in Italia. E fe ne poteva accorgere lo fteflo- Marchele Maffei, rileggendo la fua Storia Diplomatica alla pag. 161. dove rapporta una Carta dell’Anno 557. cioè tre o quattro anni dopo 1’ ultima guerra eie’ Goti fcritta in Rieti : Ivi G unòuhil inluflris femina chiede un Tutore per li fuoi Figli pupilli Laudarit e Lanòarit a cagion della lite moifa a Guduhuls vir inluflrs, padre d’eifi pupilli morto poco fa, da /Idiud inluflù viro, vel a Roje-tnund cognomine Taffone , nec non a Gundenr . Ecco, anche dopo disfatto il Regno de’Goti , uomini Goti , e queiìi Nobili , abitanti in Rieti. Quanto a 1 Longobardi , vuole di nuovo il Marchele Maffei, che follerò poca gente, fondato fülle parole di Tacito: Langobardos paucitas' nobilitai. Ma dovea avvertire, che da’tempi di Tacito iino al 568. in cui elìì in-vafero l’Italia, talmente era crefciuto quel Popolo, che all’Imperio fuo foitómife il vafìiffimo paefe della Pannonia ,' parte del Norico , anzi la Suevia fteffa, fe s’ha da credere a Paolo Diacono. Oltre di che quando quell’intera Nazione della Pannonia pafsò in Italia, e di gran parte fe n impadronì , truffe feco alla preda., ficcome accennammo di fopra , molti altri Popoli della Germania ; e però fi dee credere , che un gran nembo di gente ftraniera. venilfe a ffabilirfi in quelle contrade, e che co i Matrimoni dipoi contratti da effj Longobardi co’vecchi abitanti del paefe, paffaffe il loro fangue in una incredibil quantità de gii ora viventi. Senza fondamento poi vien detto a mio credere, che l’Italia nell’Anno 568. tuttoché efauöa per la fiera precedente Peltilenza e Careftia , più abitatori nodriffe che oggidì. Vedi ciò , che abbiamo offervato nella Differt. XXI. A i Goti e Longobardi s’ ha ora da aggiugnere tante famiglie di Franchi e Germani, che dominando in Italia qui fi ftabilirono. Aggiungan-fene tant’altre de’Normami, Popoli anch’efli Settentrionali, thè con-quiilato il Regno , oggidì di Napoli, quivi propagarono il loro fangue. Finalmente fi aggiungano i Sarmati ed Alamanni, de’quali fi parlerà, venuti anticamente ad abitare in Italia ; e fi conchiuderà allora , che -maggior copia di quello, che talun penfa , di Nazioni llraniere, abituata nelle noftre contrade, qui dilatò la fua profapia. Ma niuno potrà meglio rendere conto di quello, che chi ha maneggiatole Carte di molti Archivi . Quanto a me ho io offervato in eifi un incredibil numero di coloro , che profetavano d’tffere venuti da’ Longobardi, Salici, cioè Franchi , e talvolta Bavarefi. In alcune Città vedrai più perfone riconofcere la loro origine da quelle Nazioni, che dalla Romana. Atteilav» il già amico