SM il Sigillo fia d’Azzo Vii. poiché quelli ne fu invertito da Onorio III. come dice egli fteffo ( an. ¡117. ) : onde il Sigillo corrifponderebbe, lenza ridurre alla memoria gli Annali intorno ad Azzo VI. di cui già fi è parlato nella Prefazione del Tona. VII. (10) pag. 35?. Meglio negli Annali ( an. 1174. ) lo dichiarò Cittadino primario: non ef-fendovi notizia, che dal Pontefice, che n’era il Sovrano, folle dichiarato quello nuovo Principe . Ed «(Tendo feguita il meoeiimo anno 1183. la celebre pace di Coilanza, Ferrara non vi fi trova ammeffa, indizio, che continuava a governarli a Repubblica . 1/ Autore medefimo ( an. 1108. ) affegna 1* Epoca del primo Signore di Ferrara acclamato dal Popolo, che fu Àzzo VI. Marchefe d'Efte, il quale ne fu poi invertito dal Pontefice Innocenzo 11,. come li ha dalla indubitata telìimonianza dello fteffo Pontefice ( lib. 14. ep. 80. ) : Dilettus .„ius no-bilis vir Marchio Eflenjls nobis humiliter fupplicavit, ut in Ferrar ¿enfi C ¡vitate confiruendi ca-Jìrum , per quod ipfam melius defendire valeat ir ad fidelitatem R. E. confervare licentiam concedere dignaremur. La lettera è fcritta tre foli anni dopo la predetta acclamazione . Adunque quando anche Guglielmo folTe ftato Principe, farebbe flato Feudatario della S. Sede. (u) pag. 364. Due errori fono in quello luogo. Uno in ordine al nome d'Arrigo; e 1* altio in ordine all’ Illoria . In quanto al primo è da avvertirli, che nella numerazion degli Arrighi errano volontariamente anche i più efatti Scrittori. Perchè Arrigo IV. tra'Re di Germania, febbene in alcuni Diplomi i intitola da fe lleflb Rex Romanorum III. come oifervò Gottifredo ( Chrort. Gotvvic. t. i.l. 1. cap. 9. pag. 184. , recandone molti efempj, è fuor di dubbio, che non fu mai coronato Imperadore, Te non violentemente da Guiberto creato Antipapa da lui medefimo : il che feguì l'anno 1084. Prima di tal violenta coronazione, cioè l'anno jo6i. li trova prelfo il continuatore d’Ermanno Contratto, che i Romani inviarono ad Arrigo la corona di Patrizio, il che eflendo anche vero, nulla rileva, non elfendo tale l’indole dell’imperio Romano rinnovato da Leone III. Ma 1'Autore predetto ( Ibid.p. 185. ) trovando Diploma preflo il Mireo dell'an. 105^. col titolo di Re de’Romani , forte fi maraviglia ; e ad ognuno, che non è affatto all’ ofeuro della lloria di que' tempi, è palefe , aver Arrigo ciò praticato ad onta del Romano Pontefice . La follanza è, che io fteffo Muratori negli Annali fi protetta , eh’ ei lo chiama Imperadore, per non confonder la ftoria, trovandoiì così falfamente chiamato dagli altri. Vero è, che lo fteffo titolo d'Arrigo IV. lafciatogli dagli Scrittori fa vedere, che tutti lo conofcono per Re di Germania, e niuno per Imperadores perchè Arrigo I. Re di Germania ( padre d’Ottone Magno, primo degl' lmperadori di Germania ) manifella la craffa ignoranza di chi 1' annovera tra gli Augufli mezzo fecolo prima della traslazione, che chiamano, dell’imperio; con darii perpetuamente ne’ Diplomi il nudo titolo di Rex , fenza aggiungere nè Germania., nè Francorum , nè Orientalis Francia , nè altro diftinùvo , come diligentemente offerva il dottiffimo Gottifredo ( Ibid. cap. z. pag. 131. ). Da tal confenfo degli Autori in lafciare ad Arrigo IV. il carattere de’Re di Germania è provenuto, che i tre Arrigi l’ucceffori , benché veri Augufti, hanno ritenuto il medefimo carattere di V. VI. e VII. ne fi può mutar loro fenza recar confufione nella Storia. Male però è chiamato qui Arrigo V . tra gl' lmperadori, e deve dirli o Arrigo VI. Im* peradore , ovvero Arrigo V . tra'Re di Germania . Quello, quanto al nome . Altro errore in ordine all’Iftoria fi è- l’attribuire ad Arrigo VI. quel che fi conviene ad Arrigo V. Quelli, e non quegli , venne dopo la morte di Matilde a impoffeiTarfi della* eredità della Conteffa , deludendo il teftamento ; e non è altriménti vero, che litigarte- tale e-redità : perchè anzi attefero i Pontefici, che Dio vendicaffe la fua Chiefa: c dopo ia morte d’ Arrigo , Onorio II. diede l’inveftitura di quella eredità al Duca Alberto, e Innocenzo lì. imitando tal'efempio ne inverti Lattario lì. Imperadore . Le liti furono dopo , cioè con Federico Barbaroffa invafor de' beni di Matilde : onde Aleffandro III. Lucio , e Urbano parimente III. inutilmente li affaticarono per traigli di mano all'invafore . E Arrigo VI. contro quello che qui fi dice, difpofe nel fuo Teftamento: Quod tota terra Comitijfx Matildix refiitua-Tur Domino [Papa ¿y Romana Ecclejìz , przter MeTeJtnam, ¿r Argelatam . Così il Baronia ( 1197. n.‘8.), il Fiorentini ( Memor. &c. lib. 1. p. 314.}, e chiunque ha villi gli Atti d* Innocenzo III. che ne fanno fede ( num. ¿7. ) con recitare porzion del teftamento d’Arrigo trovato con fuo Imperiai Sigillo tra la roba di Marcualdo Sinifcalco dell’ Imperio , invertito cella Marca, e d’altri luoghi della Chiefa , de’quali era flato fpogliato; e per fine vinto in Sicilia dalle armi Pontificie, con vergognofa fuga appena potè falvar la perfona. (ni pag. fud. Così aver fatto Matilde, rifervando alla S. Sede il jus proprietario de’beni che infeudò, e delle donazioni fatte a' Monafterj lo atieila l’erudito P. D. Benedetto Bac- chini ’