IX 10 allontana dal Secolo XI. (coprendo nello iìeflb tempo il debile fondamento della obbjezione. Alla quale prudentemente il Diplomatifta Heu-pianno non ofa di aggiugnere alcuna ragione, ma fe la pafTa con una breve interrogazione : Quis hic Ludovicum loqui credat ? A cui iì può rispondere . Tutti gli eruditi, citati fopra, e chiunque pofatamente elamine-rà il Diploma credettero, e crederanno che non parli qui altri che Lodovico Pio. Imitarono gli Auguili fucceiTori de’ Carolingi Ottone I. e II. e S. Arrigo, il. Diploma di Lodovico Pio non folamente nella fofcrizione, facendo fottoicrivere a’Diplomi, ne’quali confermarono alla Romana Chie-fa i fuoi privilegj, i Vefcovi, e lè Dignità palatine, com’ è ben noto f ma ancora nella invocazione . Onde incontrarono la fteffa forte di Lodovico preffo taluni , i quali voller dare a conofcere la loro imperizia nell’arte Diplomatica . Ma che ? L’Abate Gottifredo, che molto ftudiato avea nell’arte medeiìma, rifpondendo ad una tale obbjezione fatta al Diploma di S. Arrigo, adduce prima ( Chron. Gotw. Tom. i. cap. 6. p. 231. ) varie invocazioni di quel S. Imperatore efiftenti ne’di lui Diplomi ; indi dice : Non video proinde, quare rejicienda fìt in Diplomate Henri-ciano Ecclefìae Romance conceffo , & ab Em. Baronio ad an. 1014. n. y. produclo formula invocationis, In nomine Dei omnipoientis Patris , & Filli t & Spiritus Sancii amen . . quam ut fufpeclam incufare voluit D. Fridericus Hahnius in Hi fi. Imp. Par. 11. c. 6. §. 10. pag. 208. Ut. a. quum tamen in pluribus , Italicis prcefertim , diplomatibus flylo haud diebie Notariorum Italicorum eamdem reperiamus . In quanto alla fofcrizione poi fembra loro , che renda nullo il Diploma 1’effer fenza giorno . Ma quanta s’ingannano ! Dice il dottiffmo P. Mabillone Principe dell’arte Diplomatica ( Annal. Bened. to. 4. lib. ¿3. num. gy. ) di alcuni Diplomi Henri-ciani dell’anno io\ 4. fed ubique abfque diei defìgnatione , quod in plerifque Henrici Imperatoris primis diplomatibus obfervare licei. Nè egli, nè 1’Abate Gottifredo fanno dare alcuna eccezione a quel Diploma; folamente fembra ad ambedue , che abbia errato il Card. Baronio riferendolo all’ anno 1014. ilantechè vedendovi^ fottofcritto Riccardo Abate di Fulda, 11 quale non prima, dell’anno 1023. confeguì tal dignità , a queft’anno o al feguente dovrebbe appartenere. Di fatto* Lonigo in due luoghi ( Cod. It. Dipi. Tom. 2. pag. *6gy. e Spie. Eccl. cont. 1. p. 161. ) riporta quel Diploma l’an. 1024. QueiF unica eccezione di tempo l’Autor delle prefenti Differrazioni non l’ammette, benché non dii^muli l’opinione del P. Mabillone ( Annal. d’Ital. 1014. ), anzi afferma, che veramente ad altro anno, che a quejlo ( 1014. ) non dee appartenere. Ciò fa egli con fecondo fine, perchè all’anno 1023. produce Un Diploma del dì 5. Gennajo dal Regiftro di Pietro Diacono fol. 7*. in cui Pandelfo Contedi Teano e Giovanni fuo